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Pancreatite: attenzione ad alcol fumo e alimentazione

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PANCREATITE, ATTENZIONE AD ALCOOL, FUMO E ALIMENTAZIONE

Gli alcolici, le sigarette e i calcoli alla cistifellea sono i principali nemici del pancreas, la ghiandola che produce gli enzimi digestivi e l'insulina e senza la quale non potremmo digerire gli alimenti che arrivano nell'intestino. Sono questi, infatti, i responsabili di un processo infiammatorio che si chiama pancreatite e che, a seconda della modalità di comparsa, può essere acuta o cronica.
Da una statistica nazionale condotta dall'Associazione italiana per lo studio del pancreas (Aisp) è emerso che ogni anno ci sono ben 15 mila nuovi casi di pancreatite acuta, la metà dei quali riguarda le donne. E anche la forma cronica è molto più frequente di quanto si pensi.

In Italia, le malattie delle vie biliari sono la causa principale della pancreatite acuta. Nel 69 per cento dei casi, i responsabili sono appunto i calcoli che dalla cistifellea finiscono nel coledoco e tappano i condotti che trasportano la bile e gli enzimi pancreatici nell'intestino. Questi fastidiosi sassolini del diametro di 5-10 millimetri sono spesso provocati da un'alimentazione scorretta, ipercalorica e troppo ricca di grassi, a causa della quale i trigliceridi nel sangue sono elevati.
L'eccesso di alcol, invece, ha un effetto tossico diretto sulla ghiandola pancreatica. Con abuso si intende l'assunzione di 80 grammi di alcol al giorno, che può essere tradotto in un litro-un litro e mezzo di vino oppure in due o tre bicchieri di superalcolici per gli uomini. Per le donne invece le dosi sono considerate eccessive già a 40 grammi, per via del peso corporeo, in genere minore di quello maschile, e di una maggiore difficoltà a metabolizzare l'alcol.
Cause meno frequenti sono legate a un'eccessiva quantità di grassi nel sangue (ipertrigliceridemia), all'uso di farmaci, come i diuretici, le statine o gli immunosoppressori, a interventi chirurgici su organi vicini al pancreas (stomaco, duodeno e vie biliari) o anomalie della ghiandola presenti dalla nascita. Solo nel 10 per cento dei casi la pancreatite acuta è idiopatica, cioè non è possibile identificarne le cause. Più raramente, può essere provocata da traumi addominali. Avendo una consistenza morbida e un'intensa vascolarizzazione, la ghiandola endocrina è suscettibile a lesioni di questo tipo. Il trauma può causare contusione, lacerazione e talvolta si può addirittura verificare la rottura completa del pancreas.

In genere la pancreatite acuta si presenta con un dolore intenso e costante nella parte centrale dell'addome,che si propaga anche posteriormente e che peggiora da sdraiati. Per attenuarlo, si tende ad assumere una posizione con il tronco flesso in avanti e le ginocchia rialzate. Se però non si riesce a stare meglio malgrado l'assunzione di antidolorifici, è importante recarsi al più presto al Pronto soccorso, dove i medici valuteranno la serietà della situazione.
L'ecografia è il primo esame che viene eseguito, poiché può indicare la presenza dei calcoli nelle vie biliari o un'infiammazione della ghiandola pancreatica. Si aggiungono, poi, analisi mirate del sangue per verificare se c'è stato un aumento spiccato degli enzimi pancreatici, come l'amilasi e la lipasi, che in condizioni normali sono contenuti nel sangue in quantità trascurabili. Se con l'ecografia non si riesce ad avere un'idea dell'estensione e del tipo di danno pancreatico, si procede con una Tac o con la Risonanza magnetica, che sono in grado di far capire meglio quanto tessuto funzionale è ancora attivo.
In caso di pancreatite acuta si osserva chiaramente un minore apporto dell'insulina, con aumento della glicemia. Più la ghiandola è danneggiata, maggiore sarà l'aumento degli zuccheri nel sangue. Se anche queste tecniche non danno risultati soddisfacenti, in ultima analisi si ricorre all' ecoendoscopia, attraverso la quale si valuta la presenza di lesioni al pancreas o di piccoli calcoli nel coledoco non visualizzabili con altre tecniche. Si esegue introducendo in bocca un endoscopio con un ecografo miniaturizzato incorporato sulla punta.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)