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Passioni e solitudini: tra donne e cocaina un'attrazione fatale sempre più diffusa

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Passioni e solitudini/ Tra donne e cocaina un'attrazione fatale sempre più diffusa

Dove crescono vivaci le quote rosa? Dove non vorremmo: sul fronte alcol, fumo e droghe, specialmente cocaina. Tristi i dati

italiani: è in netto aumento tra le donne l'uso di sostanze pericolose per la salute fisica, emotiva, affettiva, sessuale,

familiare. Aumentano in parallelo le conseguenze a lungo termine: per esempio, mentre negli uomini sono in riduzione il

cancro ai polmoni e alla vescica dovuti al fumo, questi sono in drammatico aumento nelle fumatrici. L'alcol presenta altri

conti salati: perché le donne sono biologicamente molto più sensibili degli uomini ai suoi effetti nefasti. Già due bicchieri

di vino al giorno causano tossicità cerebrale, con problemi comportamentali e psichici, oltre che crescenti danni epatici e,

non ultimo, un aumento del rischio relativo di cancro al seno del 78%. E la cocaina? Le tossicodipendenti che in Italia hanno

chiesto aiuto medico e psicologico sono 27.000. La polvere bianca è in ascesa nel gradimento di donne giovani e meno giovani,

nel 75% dei casi associata ad alcol: un mix micidiale.
Perché la coca è così pericolosa? Perché va ad agire soprattutto sulla dopamina, un neurotrasmettitore che troviamo in

particolare in tre aree cerebrali: nella via appetitiva (che governa il gusto di esplorare, il desiderio fisico e mentale,

l'estroversione); nell'area motoria; e nell'area che governa il pensiero logico-lineare. Perché un numero crescente di donne

è sedotto dalla coca e dal suo primo complice, l'alcol? Per le stesse ragioni dei maschi, ma con una vulnerabilità doppia, a

parità di dosi. La usano innanzitutto perché la polvere bianca aumenta chimicamente la sensazione di energia, di potenza, di

capacità illimitata, anche quando le forze fisiche sono in ribasso per lo stress: per questo vi ricorrono molte donne che non

riescono più a reggere la competizione sul fronte professionale.
La coca aumenta la resistenza alla fatica, nel breve termine. Nel lungo termine, tuttavia, il crescere della fatica e dello

stress fisico e nervoso, che nel frattempo si accumulano come spazzatura tossica nel corpo e nella mente, e gli effetti

negativi della droga stessa preparano le condizioni per un crollo da cui può non esserci ritorno: ipertensione, infarti

cardiaci ed emorragie cerebrali presentano il primo conto, che può essere fatale, sul fronte cardiovascolare, mentre i danni

cerebrali usurano lucidità, capacità di analisi, comportamento e qualità del sonno, senza il quale il cervello perde la

capacità di funzionamento ottimale, favorendo depressione grave, ansia distruttiva e pensieri ossessivi.
La coca aumenta il piacere fisico e mentale: e sempre più donne cercano un erotismo fisicamente travolgente,

indipendentemente da coinvolgimenti affettivi. "Mi serve per sentirmi viva", mi dice una giovane donna di 25 anni: ed è ben

triste che un corpo così giovane si senta vivo solo se drogato. La coca riduce il senso di fame: il suo uso sta crescendo tra

le donne con disturbi del comportamento alimentare. E modifica la percezione di sé: la donna magra e affamata si vede allora

bella, luminosa, anzi scintillante e onnipotente.
Se le motivazioni generali all'uso di droghe sono le stesse tra donne e uomini, nella donna c'è una conseguenza esclusiva: i

danni al bambino se la coca viene assunta in gravidanza. Purtroppo il 5% delle donne incinte tra i 15 e i 44 anni dichiara di

assumere coca, il 10% alcol, il 16% di fumare. I bambini nati da donne che hanno fatto uso di cocaina hanno cranio e cervello

più piccoli, con conseguenze a livello comportamentale, motorio e della capacità di pensare e apprendere. Certo, questi

rischi sono modulati dalla qualità delle cure dopo la nascita: ma è probabile che una mamma che ha bisogno di droghe per

affrontare la vita quotidiana prima della gravidanza abbia ancora più difficoltà a gestirla dopo la nascita del piccolo.
Che fare? Mai banalizzare l'insidiosità delle droghe. Non illudersi: "Tanto smetto quando voglio". La dipendenza psicologica,

attivata dall'aumentato senso di benessere, è un potentissimo fattore di motivazione a ricercarla, a dosi e a frequenza

crescenti. Non rimandare la richiesta di aiuto: più dura l'uso, più è difficile liberarsene. Attenzione: se la via per la

parità nella vita e nella carriera è dura, le illusorie scorciatoie con la droga la rendono impraticabile, e alla fine,

impossibile.