«Pattuglie» di studenti contro lo sballo
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Gli studi affermano che nel nostro paese il primo contatto con le bevande alcoliche avviene a 11-13 anni, mentre nel resto dei paesi europei l'età si alza ai 14-16 anni. Un problema che negli ultimi anni, assieme all'uso di sostanze stupefacenti, è diventato una vera e propria emergenza perché l'abuso d'alcol è anche la causa di tantissimi incidenti stradali e d'altrettante vittime innocenti. E l'originale e per ora unico, progetto «No alcol on the road», parte da quest'analisi, per diventare un'azione concreta che coinvolge polizia stradale e 14 istituti scolastici superiori del Comune di Reggio, con il Motti a far capofila e 600 studenti che hanno trovato un linguaggio di giovani verso altri giovani, per convincerli a stare insieme senza «sballare». Presentato alla Fondazione Manodori, che l'ha finanziato con 35mila euro, il progetto, ha il merito di sensibilizzare gli studenti che vi stanno lavorando, ma soprattutto quello di uscire dalle aule per entrare nelle discoteche, nei pub, nei discopub, trovando la collaborazione di Comune, Provincia e dell'Ausl e di gestori di locali come Adrenaline, Fuori Orario, Italghisa, Joia Cenerentola e Sali e Tabacchi. Tra le iniziative del progetto anche una serie di cocktail analcolici preparati dagli studenti, che con la collaborazione dei gestori, saranno offerti nei locali come un'alternativa all'alcol e momenti d'incontro e d'informazione sui danni derivanti dal consumo d'alcolici e sulle altre problematiche giovanili con l'ausilio d'esperti, insegnanti, psicologi e il coinvolgimento delle famiglie. A presentare il progetto, che affonda le sue basi su esperienze come il «Salva Patente» della polizia stradale e la «Leva scolastica analcolica del Comune di Reggio», il presidente ed il vice presidente della Fondazione Manadori Antonella Spaggiari e Massimo Mussini, il comandante della Polstrada Daniele Barberi, il dirigente scolastico provinciale Vincenzo Aiello, il preside del Motti Paolo Francesco Baroni, il direttore dell'Ausl Mariella Martini e gli assessori Gianluca Chierici e Franco Corradini. Ad illustrare nello specifico il progetto ed i compiti degli istituti scolastici, che operano in rete, è stata Simona Lanzi, insegnante del Motti, che oltre a coordinare il progetto curerà la preparazione dei cocktail analcolici e l'organizzazione del convegno di fine maggio al Palasport nel quale sarà dato conto dei risultati ottenuti. L'istituto Galvani preparerà tre tipi di occhiali che simuleranno come si vede in modo alterato dopo aver bevuto alcol, prodotto il materiale informativo e creerà il grembiule degli «studenti-barman». Il Bus creerà il sito internet, l'istituto Chierici il logo della manifestazione, il Matilde di Canossa studierà le motivazioni psicologiche e esistenziali legate al consumo di alcol, lo Jodi analizzerà l'impatto sociale che determina questa dipendenza, mentre il Nobili studierà le apparecchiature in uso alle forze dell'ordine, il Secchi analizzerà alcune strade interessate da incidenti stradali e il Lombardini costruirà un etilometro di blocco a bordo di un'automobile. Infine l'Ariosto-Spallanzani, Filippo Re, Moro, e Scaruffi si occuperanno della realizzazione di opuscoli, del rapporto con i media e l'ideazione di materiali pubblicitari, mentre lo Zanelli studierà gli effetti di alcol.