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Pediatrics: programmi scolastici antifumo efficaci ma a breve termine

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USA: programmi scolastici antifumo efficaci ma a breve termine

Può un programma scolastico aiutare gli adolescenti a smettere di fumare? È questo l'interrogativo che si sono posti i ricercatori di un team

dell'Università del Massacchussets effettuando un esperimento su un gruppo di ragazzi ma i risultati sembrano avere effetto solo nel breve

termine.
La ricerca pubblicata sulla rivista Pediatrics, ha coinvolto un gruppo di 35 scuole superiori i cui studenti sono stati confrontati in

parallelo e assegnati in maniera casuale a due gruppi di studio diversi. Il primo gruppo riceveva un sevizio di consulenza e assistenza

individuale con un operatore del settore basato su tecniche cognitivo-comportamentali e lavoro per obiettivi; il secondo ( gruppo di

controllo) invece riceveva solo dei fascicoli informativi sui danni causati dal fumo di sigaretta e aveva comunque a disposizione il

personale infermieristico scolastico per rispondere a domande e dubbi.
Entrambi i gruppi venivano sottoposti a 4 controlli da parte dell'infermiera scolastica. I ragazzi selezionati erano costituti da un gruppo

di 1068 adolescenti che avevano ammesso di aver fumato nel mese precedente all'indagine e di essere intenzionati a smettere. Il sondaggio

loro consegnato era stato seguito da follow-up successivi a distanza di 3 e 12 mesi, avallati dal prelievo di campioni di saliva che

confermassero bio-chimicamente le dichiarazioni dei giovani riguardo all'astinenza.
I risultati hanno mostrato che il programma di intervento scolastico aveva raddoppiato il numero degli astinenti nei primi 3 mesi rispetto al

gruppo di controllo, soprattutto nei maschi, con valori del 15% del gruppo sperimentale contro il 4,9% del gruppo di controllo, ma dopo un

anno non si riscontravano differenze di alcun genere nei tassi di astinenza dei due gruppi , nemmeno tra maschi e femmine. Dopo un anno

infatti le percentuali di coloro che avevano ricominciato a fumare si aggiravano tra il 13 e il 17 % indipendentemente dall'aver ricevuto il

trattamento scolastico individuale o meno. Gli studiosi sanno che la ricaduta nella patologia del fumo è la cosa più dura da combattere ed

hanno osservato che questa tipologia di interventi scolastici, risulta positiva nel breve ma non nel lungo termine.
Sarà questa la sfida della ricerca scientifica nei prossimi mesi: trovare metodi antifumo che si rivelino efficaci anche sul lungo periodo.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)