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Perù: grazie ai programmi ONU diminuisce il numero dei terreni coltivati a coca

In Perù la coltivazione della coca è scesa nell’ultimo anno del 3,4%. Ciò è quanto emerge dalla “2012 National coca monitoring survey” il documento ufficiale sui trend di produzione, presentato la scorsa settimana a Lima dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC ) unitamente al governo peruviano. In base alle rilevazioni effettuate fino al 31 dicembre 2012 le aree che “los campesinos” hanno destinato alla coltura sono calate (in dodici mesi) dai 62.500 ettari, agli attuali 60.400 ettari. Questo dato positivo, mostrato agli organi di stampa sudamericani dal Dott. Flavio Mirella, Rappresentante UNODC in Perù, premia lo sforzo dell’amministrazione centrale e delle Nazioni Unite sia nell’applicazione della strategia nazionale antidroga che nella promozione dei programmi di riconversione lavorativa da parte degli agricoltori. Scorrendo il rapporto si legge fra le altre cose, che la produzione totale di foglia di coca ha raggiunto circa le 129.000 tonnellate, in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto alle 131.000 tonnellate prodotte nel 2011; si stima, inoltre, che circa 9.000 tonnellate siano state utilizzate dalla popolazione per la tradizionale pratica del “masticare” (lasciando circa 120 tonnellate a disposizione del narcotraffico). Ultimo elemento d’analisi è l’attività illecita, che si è concentrata per lo più in una zona difficilmente accessibile al confine con la Colombia e il Brasile. Qui si è registrato un sensibile aumento delle piante rispetto all’anno precedente. Difatti, questa parte dell’Amazzonia si rivela strategica sia per il trasporto dei precursori chimici che per il traffico transfrontaliero di droga.

http://www.droganews.it/news/2001/Per%C3%B9%3A_grazie_ai_programmi_ONU_diminuisce_il_numer.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)