Per le mamme in attesa è meglio il bicchiere vuoto
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La reazione dell'organismo all'alcol non è uguale per tutti, ma anche un consumo molto ridotto in gravidanza può causare ritardi nello sviluppo cerebrale del feto. Lo dicono il Centro alcologico del Lazio e il Cnr. Consigliando alle donne incinte di non bere affatto... È la più importante causa non genetica di ritardo mentale: solo in Italia, colpisce ogni anno circa quattromila bambini in modo grave e ventimila in modo più lieve (dati elaborati dal Centro alcologico della Regione Lazio). Si tratta della "sindrome feto alcolica", piaga di cui si parla ancora poco da noi, ma che è oggetto di grande attenzione in altri Paesi (per esempio, la Francia, che quest'anno le dedica la giornata del 19 ottobre). Secondo gli esperti del Centro alcologico, bere in gravidanza può provocare nel feto alterazioni nello sviluppo del cervello, che si manifestano poi come problemi di memoria, di attenzione e di eccessiva impulsività. Difficile dire se ci siano quantità di alcol da ritenere innocue, perché la sindrome è stata riscontrata sia in neonati figli di alcoliste, sia in neonati le cui madri bevevano pochissimo. La reazione dell'organismo all'alcol è soggettiva e il consiglio finale è dunque di astenersi del tutto dal bere. Marco Fiore, dell'Istituto di neurobiologia del Cnr, ha diretto una ricerca su topi e scoperto che il vino rosso è meno nocivo di altri tipi di alcol. "A difendere il feto, probabilmente, sono polifenoli e antociani, gli antiossidanti contenuti nel vino rosso" dice, "ma, in ogni caso, non bere è meglio".