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News di Alcologia

Per sballarmi prima e "meglio" ricorrevo alle pastiglie...

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Per sballarmi prima e “meglio” ricorrevo alle pastiglie, anche per sopprimere quell'ansia che - nel frattempo - con la dipendenza fisica aveva preso piede.


Mi chiamo M., ho 38 anni e sono alcol e farmacodipendente.
Ho iniziato a 14 anni per gioco o evasione e da lì non ho più smesso.
Preoccupato solo dello "sballo" e di come sentirmi diverso, non ero più in pace con me stesso e troppo turbato per stare bene.
Da lì la depressione, l'astenia e le cicliche ricadute, quasi a segnare la fine di un periodo "normale".
Il ritorno alla bottiglia quale unico mezzo per sentirmi accettato in un mondo ben diverso da quello visto nei film o nei reality show.
È in un mondo fatto di attori con la faccia dipinta che, con determinazione, continuavo a bere anche quando gli acciacchi fisici si facevano sentire e un sorso d'alcol alleviava il dolore. Ma solo momentaneamente.


Allora per sballarmi prima e "meglio" ricorrevo alle pastiglie, anche per sopprimere quell'ansia che, nel frattempo, con la dipendenza fisica aveva preso piede. Ed è proprio quell'ansia la ragione prima per cui bevevo; ansia intrinseca senza apparente ragione. Ragione persa nel contorno di un bicchiere e consapevolezza buttata in un sacco di vetro della raccolta differenziata.
Io bevevo per sentirmi aperto, senza vergogna, e per ridere; per avere pensieri positivi, per rilassarmi e per soddisfazione; per non sentirmi solo, anche se solo non lo sono mai stato.


E quando il disagio è diventato socialmente inaccettabile, il ricorso a nuove strade, quale la comunità, mezzo per crescere ed accettarsi; accettare il peggio di noi e cercare di cambiarlo. Cambiare strada, visuale, pensieri.
Sono entrato il primo giorno come uno straccetto usato e da lì l'inizio del mio viaggio: la paura di non avere abbastanza pastiglie e di star male.

La paura di stare male è un pensiero tipico delle dipendenze.
Paura di rimanere senza l'amata sostanza e il crescere dell'ansia agognante, compagna di un futuro presente. E presente è il momento di cambiare.
Con sacrificio ed impegno ho iniziato a scalare i farmaci e a tutt'oggi sono a zero benzodiazepine... i diavoli dei farmaci! E sono da diverso tempo senza più bere alcolici.


La comunità CUFRAD mi ha dato la forza e i mezzi per farcela.
Fuori, mi rendo conto, sarebbe stato pressoché impossibile raggiungere questo obiettivo. Ma con la voglia e la forza di cambiare sto raggiungendo i miei obiettivi, ragione di essere e di vita.
Spero di uscire di qui pulito e rinsavito, e di vivere pieno di vita, com'è giusto che sia.