Perchè i giovani iniziano a bere?
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Adolescenti e stili di vita a rischio: l'abuso alcolico
L'INGRESSO NELL'ADOLESCENZA
L'adolescenza è notoriamente una fase della vita particolarmente critica perché realizza il complesso passaggio dall'infanzia alla condizione
adulta. I cambiamenti che si verificano sono radicali, concentrati in un periodo di tempo relativamente breve e coinvolgono l'individuo a
tutti i livelli del suo essere. L'accrescimento corporeo cambia l'aspetto e la struttura stessa del soggetto e quindi la percezione di sé,
l'immagine corporea e l'intero rapporto con l'ambiente. Contemporaneamente a livello psichico avviene una radicale riorganizzazione che deve far fronte alle tante nuove esigenze che si prospettano. Il cervello, che intorno ai 15 anni raggiunge il suo vertice di maturazione anatomica, si deve adattare plasticamente alla nuova situazione attraverso variazioni quantitative e qualitative di ormoni, neurotrasmettitori e nuove mappature neuronali corrispondenti alle mutate esigenze fisiche, psichiche e relazionali. Cambiamenti radicali sono stati documentati particolarmente nelle aree corticali frontali che sono cruciali per funzioni mentali superiori come la valutazione del contesto, il comportamento sociale, l'autocontrollo. Da parte dell'ambiente nascono aspettative e richieste nuove nei confronti dell' adolescente che deve, a questo punto, rimettere in gioco il suo ruolo, le sue strategie relazionali e la stessa immagine di sé per costruire una nuova identità. Possiamo quindi capire come, accanto all'esplosione di crescita vitale, l'adolescente debba realizzare un importante processo di adattamento che lo porta a vivere una nuova realtà sia al suo interno che nella sua vita di relazione. In questo periodo di profondo e talora turbolento cambiamento sono tanti i compiti che i ragazzi si trovano ad affrontare e, semplificando, potremmo riassumerli in:
Compiti biologici: accrescimento fisico e maturazione sessuale
Compiti psicologici: costruzione di una nuova identità, adattamento al ruolo sessuale, autonomia, costruzioni di rappresentazioni mentali del
Sé
Compiti sociali: ruolo sociale, costruzione di un nuovo sistema di valori, di relazioni e di legami affettivi.
E' pertanto comune osservare in questo periodo manifestazioni che spesso sconcertano, oltre che il soggetto stesso, anche gli adulti che
gli vivono accanto e rappresentano, in modo evidente, il radicale processo del cambiamento che sta avvenendo. Anche se a volte possono
apparire allarmanti sono manifestazioni comuni e, finché transitorie, non patologiche.
LA COSTRUZIONE DELL'IDENTITA'
La turbolenza tenderà, nello sviluppo normale, a dissolversi col tempo lasciando una condizione di maggiore stabilità in rapporto alle
caratteristiche del soggetto. Ma, ad influenzare questo processo verso un esito favorevole o, al contrario, verso manifestazioni patologiche
entrano in gioco diversi fattori. Accanto alle caratteristiche genetiche che costituiscono il bagaglio personale di un individuo, sono
fondamentali le tappe dello sviluppo nel precedente periodo dell'infanzia che si proiettano sui livelli successivi di maturazione e che in
adolescenza si evidenziano in modo particolare.
L'autostima e il relativo bisogno di proteggerla rappresentano un aspetto fondamentale nel processo maturativo in quanto fattore determinante nella regolazione delle emozioni Alcuni autori hanno identificato proprio nella necessità di raggiungere e mantenere l'autostima e nell' evitare esperienze di svalutazione di sé un elemento cruciale nell'orientare atteggiamenti positivi o negativi verso se stessi. Il timore di un'esperienza svalutante può indurre l'adolescente ad agire comportamenti non convenzionali o palesemente devianti allo scopo di proteggere la propria immagine di sè. Il bisogno di costruire il proprio ruolo sociale accettato e riconosciuto, che si riverbera poi sulla costruzione e sul rafforzamento dell'autostima, porta a costruire nuove abilità sociali (social skills). Le competenze e le strategie comportamentali che gradualmente si strutturano sono mirate a costruire efficaci relazioni interpersonali e a definire una nuova e positiva identità personale.
Nella costruzione della propria identità l'adolescente ha bisogno di avere modelli di riferimento per costruire nuove modalità di
comunicazione relazionale, e nuove componenti affettive che potrà realizzare attraverso il contributo degli stili educativi provenienti dal
suo ambiente. Questa funzione di modeling porterà alla costruzione di quelle norme sociali e dell'atteggiamento "prosociale" che fa sentire
l'individuo integrato, con un preciso ruolo e propositi all'interno della sua comunità. In particolare, risultano fondamentali tre fattori:
la famiglia, la scuola e il gruppo dei coetanei (peer group o gruppo dei pari). A questi importanti fattori di modeling vanno aggiunti altri
fattori come i gruppi dei giovani adulti, a cui gli adolescenti guardano come a figure di riferimento significative, il contesto socio-
culturale allargato in cui sono immersi e da cui vengono influenzati attraverso gli stili di vita e di comportamento generali che osservano
nei vari contesti relazionali e attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
In alcuni casi il fallimento di tappe evolutive, gravi traumi (es. abusi, lutti, abbandoni), fattori genetici o la presenza di fattori di
rischio specifici fanno assumere al disagio giovanile vere e proprie caratteristiche patologiche psichiatriche e comportamentali
E' questo il contesto che dobbiamo tenere ben presente se vogliamo comprendere quale funzione, quale impatto e quali conseguenze possa avere l'uso di bevande alcoliche nel mondo adolescenziale.
PERCHE' I GIOVANI INIZIANO A BERE
Per capire il perché dei primi contatti dei giovani con l'alcol bisogna innanzitutto considerare cosa l'alcol è in grado di offrire. L'alcol
etilico contenuto nelle comuni bevande alcoliche viene assunto sostanzialmente per le sue proprietà gratificanti dovute agli effetti
farmacologici di questa sostanza (principalmente sedativi, euforizzanti, disinibenti), agli effetti sul comportamento sociale, agli aspetti
gustativi e agli aspetti culturali. Tali effetti sono percepiti come positivi dalla stragrande maggioranza della popolazione e inducono
pertanto al primo contatto e alla ripetizione del consumo. A queste motivazioni va aggiunto che i vantaggi derivanti da questi effetti creano
un'enorme domanda a cui fa riscontro un'offerta, da parte delle aziende produttrici di bevande alcoliche, altrettanto forte con la messa in
gioco di immensi interessi economici.
Il primo contato con le bevande alcoliche per gli adolescenti può avvenire, come per gli adulti, sotto la spinta di difficoltà emotive in una
sorta di automedicazione che porti sollievo a un disagio psichico intollerabile. Ma, nella maggioranza dei casi, il primo contatto con la
sostanza viene favorito dall'influsso esercitato sui giovani dai fattori socio-culturali in cui vivono. Sono particolarmente significativi i
contesti della famiglia, del gruppo dei pari sui quali tendono a modellarsi e l'ambito socio-culturale più vasto mediato dai grandi mezzi di
comunicazione di massa. Tutti questi fattori fanno leva sul bisogno impellente degli adolescenti di ricevere risposte alle loro esigenze di
identità e di collocazione sociale.
Gli atteggiamenti dei genitori (parental modeling), come dimostrano i programmi educativi prescolari basati sulla Social Learning Theory sono
fondamentali nell'influenzare orientamenti e comportamenti dei bambini anche se, a partire dagli 11-12 anni, l'influenza genitoriale decresce
man mano che aumenta quella esercitata dal gruppo dei pari. In ogni caso l'influenza dei genitori è stata trovata correlata positivamente con
l'uso di alcol fra gli adolescenti. Nel caso di dipendenza da alcol, marijuana, nicotina, cocaina è stata dimostrata una significativa
trasmissione familiare di fattori sia comuni che specifici rispetto allo sviluppo dei diversi tipi di dipendenza. E' stato inoltre mostrato
come il semplice coinvolgimento dei bambini nei processi collegati all'uso di alcol (mandarli a comprare alcolici, invitarli a servirli in
tavola ecc.) favorisce la maggiore propensione all'uso o ad avere aspettative di usarlo.
In adolescenza il gruppo dei coetanei diventa un punto di riferimento sempre più importante che porta il giovane a svincolarsi dall'influenza
genitoriale e familiare e a sentire come più significativa la cultura e i modelli del suo gruppo da cui ricava immagini ritenute positive
individualmente e socialmente. Diversi studi hanno mostrato che la frequentazione di un gruppo deviante o orientato al consumo di sostanze psicoattive costituisce un fattore di rischio per l'uso di tali sostanze. E noi sappiamo bene quanto negli ultimi anni, nei gruppi giovanili, l'alcol sia diventato molto spesso un fattore di aggregazione, di identificazione e di accettazione sociale. Le occasioni di aggregazione diventate veri e propri riti sociali come, ad esempio, l'ora dell'aperitivo o dell'happy hour, finiscono sempre più spesso per rappresentare un ineliminabile momento di identificazione sociale e di reciproco riconoscimento. Così un giovane e acuto scrittore di gialli con una forte vena autoironica e sociale descrive questa nuova ritualità collettiva:
... "Era venerdì pomeriggio, sul tardi; tutta una congerie di attorucoli fuori corso, impiegati artistoidi, nullafacenti modaioli, operai del
worl-wide-web. pubblicitari stolti, sciurette in pectore, bancari trasgressivi, sciamava verso il dorato mondo dell'happy hour, dell'hora
feliz, del magnaebbevi. Quello era il luogo, quello il giorno, quella l'ora. Davanti ad un localuccio di neppure una vetrina su strada, un'
assemblea di fedeli, una vera e propria ecclesia di accoliti, assiepava il marciapiede. Tutti in piedi, in alta uniforme, tutti officianti il
rito collettivo dell'autocertificazione della propria esistenza nell'urbe. Tutti seguaci fedeli della religione dell'apparenza; disciplina
spirituale fra le più ardue, che prevede stati di misticismo autentico"... (Gianni Biondillo "Con la morte nel cuore". Guanda 2005. pag 286).
tratto da "ADOLESCENTI E STILI DI VITA A RISCHIO: L'ABUSO ALCOLICO" (a cura del dott. M. Sforza)
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)