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Perchè i giovani iniziano a bere

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ADOLESCENTI E STILI DI VITA A RISCHIO: L'ABUSO ALCOLICO
(a cura del dott. M. Sforza)
L'INGRESSO NELL'ADOLESCENZA
L'adolescenza è notoriamente una fase della vita particolarmente critica perché realizza il complesso passaggio dall'infanzia alla condizione

adulta. I cambiamenti che si verificano sono radicali, concentrati in un periodo di tempo relativamente breve e coinvolgono l'individuo a

tutti i livelli del suo essere. L'accrescimento corporeo cambia l'aspetto e la struttura stessa del soggetto e quindi la percezione di sé,

l'immagine corporea e l'intero rapporto con l'ambiente. Contemporaneamente a livello psichico avviene una radicale riorganizzazione che deve far fronte alle tante nuove esigenze che si prospettano. Il cervello, che intorno ai 15 anni raggiunge il suo vertice di maturazione anatomica, si deve adattare plasticamente alla nuova situazione attraverso variazioni quantitative e qualitative di ormoni, neurotrasmettitori e nuove mappature neuronali corrispondenti alle mutate esigenze fisiche, psichiche e relazionali. Cambiamenti radicali sono stati documentati particolarmente nelle aree corticali frontali che sono cruciali per funzioni mentali superiori come la valutazione del contesto, il comportamento sociale, l'autocontrollo. Da parte dell'ambiente nascono aspettative e richieste nuove nei confronti dell'adolescente che deve, a questo punto, rimettere in gioco il suo ruolo, le sue strategie relazionali e la stessa immagine di sé per costruire una nuova identità. Possiamo quindi capire come, accanto all'esplosione di crescita vitale, l'adolescente debba realizzare un importante processo di adattamento che lo porta a vivere una nuova realtà sia al suo interno che nella sua vita di relazione. In questo periodo di profondo e talora turbolento cambiamento sono tanti i compiti che i ragazzi si trovano ad affrontare e,  emplificando, potremmo riassumerli in:
Compiti biologici: accrescimento fisico e maturazione sessuale
Compiti psicologici: costruzione di una nuova identità, adattamento al ruolo sessuale, autonomia, costruzioni di rappresentazioni mentali del


Compiti sociali: ruolo sociale, costruzione di un nuovo sistema di valori, di relazioni e di legami affettivi.
E' pertanto comune osservare in questo periodo manifestazioni (v. Tab 1) che spesso sconcertano, oltre che il soggetto stesso, anche

gli adulti che gli vivono accanto e rappresentano, in modo evidente, il radicale processo del cambiamento che sta avvenendo. Anche se a volte

possono apparire allarmanti sono manifestazioni comuni e, finché transitorie, non patologiche.

Tab. 1 Manifestazioni comuni presenti negli adolescenti
Oscillazioni dell'umore (tristezza, solitudine, pianti frequenti, esaltazione)
Sentimenti di inadeguatezza e mancanza di autostima (vergogna del proprio corpo, impaccio, sensazioni di essere derisi, insicurezza)
Emozioni confuse e spesso esasperate (collera, paura, tristezza, incapacità di riconoscere le emozioni e di gestirle)
Paure e dubbi, spesso inespressi, sulla sessualità
Alterazioni del comportamento (provocazioni, temerarietà, timidezza, ritiro, esibizione di atteggiamenti adulti, sfida alle regole,

oscillazione fra indipendenza e infantilismo)
Difficoltà scolastiche o lavorative
Difficoltà di rapporti interpersonali

LA COSTRUZIONE DELL'IDENTITA'
La turbolenza tenderà, nello sviluppo normale, a dissolversi col tempo lasciando una condizione di maggiore stabilità in rapporto alle

caratteristiche del soggetto. Ma, ad influenzare questo processo verso un esito favorevole o, al contrario, verso manifestazioni patologiche

entrano in gioco diversi fattori. Accanto alle caratteristiche genetiche che costituiscono il bagaglio personale di un individuo, sono

fondamentali le tappe dello sviluppo nel precedente periodo dell'infanzia che si proiettano sui livelli successivi di maturazione e che in

adolescenza si evidenziano in modo particolare.
L'autostima e il relativo bisogno di proteggerla rappresentano un aspetto fondamentale nel processo maturativo in quanto fattore determinante nella regolazione delle emozioni Alcuni autori hanno identificato proprio nella necessità di raggiungere e mantenere l'autostima e nell'evitare esperienze di svalutazione di sé un elemento cruciale nell'orientare atteggiamenti positivi o negativi verso se stessi. Il timore di un'esperienza svalutante può indurre l'adolescente ad agire comportamenti non convenzionali o palesemente devianti allo scopo di proteggere la propria immagine di sè. Il bisogno di costruire il proprio ruolo sociale accettato e riconosciuto, che si riverbera poi sulla costruzione e sul rafforzamento dell'autostima, porta a costruire nuove abilità sociali (social skills). Le competenze e le strategie comportamentali che gradualmente si strutturano sono mirate a costruire efficaci relazioni interpersonali e a definire una nuova e positiva identità personale.
Nella costruzione della propria identità l'adolescente ha bisogno di avere modelli di riferimento per costruire nuove modalità di

comunicazione relazionale, e nuove componenti affettive che potrà realizzare attraverso il contributo degli stili educativi provenienti dal

suo ambiente. Questa funzione di modeling porterà alla costruzione di quelle norme sociali e dell'atteggiamento "prosociale" che fa sentire

l'individuo integrato, con un preciso ruolo e propositi all'interno della sua comunità. In particolare, risultano fondamentali tre fattori:

la famiglia, la scuola e il gruppo dei coetanei (peer group o gruppo dei pari). A questi importanti fattori di modeling vanno aggiunti altri

fattori come i gruppi dei giovani adulti, a cui gli adolescenti guardano come a figure di riferimento significative, il contesto socio-

culturale allargato in cui sono immersi e da cui vengono influenzati attraverso gli stili di vita e di comportamento generali che osservano

nei vari contesti relazionali e attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
In alcuni casi il fallimento di tappe evolutive, gravi traumi (es. abusi, lutti, abbandoni), fattori genetici o la presenza di fattori di

rischio specifici fanno assumere al disagio giovanile vere e proprie caratteristiche patologiche psichiatriche e comportamentali
E' questo il contesto che dobbiamo tenere ben presente se vogliamo comprendere quale funzione, quale impatto e quali conseguenze possa avere l'uso di bevande alcoliche nel mondo adolescenziale.

PERCHE' I GIOVANI INIZIANO A BERE
Per capire il perché dei primi contatti dei giovani con l'alcol bisogna innanzitutto considerare cosa l'alcol è in grado di offrire. L'alcol

etilico contenuto nelle comuni bevande alcoliche viene assunto sostanzialmente per le sue proprietà gratificanti dovute agli effetti

farmacologici di questa sostanza (principalmente sedativi, euforizzanti, disinibenti), agli effetti sul comportamento sociale, agli aspetti

gustativi e agli aspetti culturali. Tali effetti sono percepiti come positivi dalla stragrande maggioranza della popolazione e inducono

pertanto al primo contatto e alla ripetizione del consumo. A queste motivazioni va aggiunto che i vantaggi derivanti da questi effetti creano

un'enorme domanda a cui fa riscontro un'offerta, da parte delle aziende produttrici di bevande alcoliche, altrettanto forte con la messa in

gioco di immensi interessi economici.
Il primo contato con le bevande alcoliche per gli adolescenti può avvenire, come per gli adulti, sotto la spinta di difficoltà emotive in una

sorta di automedicazione che porti sollievo a un disagio psichico intollerabile. Ma, nella maggioranza dei casi, il primo contatto con la

sostanza viene favorito dall'influsso esercitato sui giovani dai fattori socio-culturali in cui vivono. Sono particolarmente significativi i

contesti della famiglia, del gruppo dei pari sui quali tendono a modellarsi e l'ambito socio-culturale più vasto mediato dai grandi mezzi di

comunicazione di massa. Tutti questi fattori fanno leva sul bisogno impellente degli adolescenti di ricevere risposte alle loro esigenze di

identità e di collocazione sociale.
Gli atteggiamenti dei genitori (parental modeling), come dimostrano i programmi educativi prescolari basati sulla Social Learning Theory sono

fondamentali nell'influenzare orientamenti e comportamenti dei bambini anche se, a partire dagli 11-12 anni, l'influenza genitoriale decresce

man mano che aumenta quella esercitata dal gruppo dei pari. In ogni caso l'influenza dei genitori è stata trovata correlata positivamente con

l'uso di alcol fra gli adolescenti. Nel caso di dipendenza da alcol, marijuana, nicotina, cocaina è stata dimostrata una significativa

trasmissione familiare di fattori sia comuni che specifici rispetto allo sviluppo dei diversi tipi di dipendenza. E' stato inoltre mostrato

come il semplice coinvolgimento dei bambini nei processi collegati all'uso di alcol (mandarli a comprare alcolici, invitarli a servirli in

tavola ecc.) favorisce la maggiore propensione all'uso o ad avere aspettative di usarlo.
In adolescenza il gruppo dei coetanei diventa un punto di riferimento sempre più importante che porta il giovane a svincolarsi dall'influenza

genitoriale e familiare e a sentire come più significativa la cultura e i modelli del suo gruppo da cui ricava immagini ritenute positive

individualmente e socialmente. Diversi studi hanno mostrato che la frequentazione di un gruppo deviante o orientato al consumo di sostanze psicoattive costituisce un fattore di rischio per l'uso di tali sostanze. E noi sappiamo bene quanto negli ultimi anni, nei gruppi giovanili, l'alcol sia diventato molto spesso un fattore di aggregazione, di identificazione e di accettazione sociale. Le occasioni di aggregazione diventate veri e propri riti sociali come, ad esempio, l'ora dell'aperitivo o dell'happy hour, finiscono sempre più spesso per rappresentare un ineliminabile momento di identificazione sociale e di reciproco riconoscimento.

 

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)