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News di Alcologia

Perchè il vino è in crisi

Perchè il vino è in crisi

Soddisfazione per la vendemmia, ma il futuro è buio pesto
Ci troviamo nel mezzo di una vendemmia che si sta rivelando in linea con le previsioni: di buona qualità e nella giusta

quantità, eppure nell'aria non c'è quel clima frizzante, di sana eccitazione, che da sempre la caratterizza.
È palpabile tra gli operatori la preoccupazione per il non felice periodo che sta attraversando il settore. Poco giovano le

indicazioni degli economisti che danno per certi flebili segnali di ripresa dell'economia mondiale. Per il settore

vitivinicolo questi segnali non sono ancora arrivati; anzi, azzardo con la speranza di sbagliare, vivremo periodi ancora più

bui.
Non è questa una crisi passeggera, come ce ne sono state altre, ma una vera e propria crisi strutturale. Il motivo è

semplice: si sta producendo molto di più di quanto il mercato possa richiedere. Alcune cifre: in Italia si producono circa 50

milioni di ettolitri di vino. Il consumo pro capite è di poco superiore ai 40 litri a testa mentre la quota export è di

circa 18 milioni di ettolitri, un altro milione viene destinato ad altri utilizzi. Della decina di ettolitri in eccedenza

cosa ne facciamo? Per ora restano giacenti nelle cantine con l'effetto di abbassare il valore complessivo del prodotto.

Certo, ci sono ancora molte aziende floride e zone di produzione che tirano, ma in contrapposizione sono sempre di più quelle

in sofferenza.
Tutti lo sanno, ma pochi lo ammettono. In Piemonte si è squarciato questo velo di omertà e alcune aziende hanno deciso di

rendere pubblica questa situazione minacciando di non raccogliere l'uva, in quanto economicamente non conveniente, mentre

anche in Friuli i primi nodi vengono al pettine con aziende in liquidazione, altre che cambiano repentinamente proprietà,

turnover frenetico di direttori commerciali e tecnici sperando che ciò rappresenti una soluzione in grado di sostenerle.

Inutile dire che le cause sono molteplici e meriterebbero specifici approfondimenti.
La soluzione? Abbattere la produzione abbandonando la coltivazione dei vigneti. Purtroppo, alternative valide non ci sono.

Sarà compito e responsabilità della politica, sinora poco presente, dare la rotta a chi oggi vive di vitivinicoltura. Perché

sono sempre di più i produttori che hanno la sensazione di essersi imbarcati sul Titanic!
Stefano Trinco