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Perché sempre più ragazzi si affidano all'alcol? Risponde Mons. Rino Fisichella

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Perché sempre più ragazzi si affidano all'alcol?

Ho figli adolescenti e sono rimasta sconvolta dalle statistiche sul consumo giovanile di alcol. Perché accade?
Cordiali saluti
Luisa C., Roma


Risponde: Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione
Una notizia sicuramente scioccante, ma ahimé nella sua drammaticità vera. La statistica è impietosa: su 100 ragazzi tra i 12 e i 14 anni, ben 23 consumano regolarmente alcol, mentre addirittura il 90 per cento ammette di aver fatto uso di bevande alcoliche almeno una volta. Certo, sono il primo a non voler creare allarmismi, consapevole che le statistiche andrebbero prese con le molle. Tuttavia non si può ignorare che esse indicano comunque una tendenza, che non va assolutamente sottovalutata.


Consolarsi affermando che il proprio figlio non beve, non aiuta a risolvere il problema. La responsabilità obbliga a essere partecipi, perché anche il figlio o la figlia degli amici non incorrano in questa trappola. Peraltro anche il proprio ragazzo esce il venerdì e il sabato sera, come tutti gli altri; e non si sa mai chi incontra o chi frequenta.


Purtroppo i genitori sono spesso gli ultimi a sapere. Dobbiamo chiederci cosa spinge questi adolescenti a far uso di alcol. Dalle risposte che si ricavano, molti riconoscono che lo fanno solo per stare in compagnia, per socializzare e non venire emarginati. Nessuno pensa al bere come a un comportamento trasgressivo. Spesso è la noia che s'impone, altre volte invece l'ingenuità e la debolezza fanno il resto. A 12-14 anni si è indifesi davanti a certe pericolose tentazioni, nonostante l'illusione di essere pronti a tutto e capaci di superare ogni ostacolo.


La vicinanza in questi casi è la terapia migliore. Essere presenti e vigili è un impegno cui i papà e le mamme non possono rinunciare. Per questo, preparare i figli ad affrontare la vita di oggi è un impegno al quale i genitori e gli educatori non devono sottrarsi. Bisogna dire agli adolescenti che ci sarà un tempo per gustare la bontà di un bicchiere di vino. Ora dobbiamo aiutarli a capire che non devono bersi il cervello.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)