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Pericolo alcolismo, abbiamo i bevitori più giovani d'Europa

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Presentata la Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati in attuazione dell'art. 8 della "Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati". Il documento, che presenta l'analisi dei dati relativi ai consumi di bevande alcoliche e ai modelli di consumo, nonché la fotografia delle attività dei servizi alcologici del Sistema Sanitario Nazionale e la mappa degli interventi per contrastare il fenomeno, è stato trasmesso ai Presidenti di Camera e Senato.
"Da tempo si vanno diffondendo nel nostro Paese, tramite i contatti sempre più intensi con i Paesi del Nord Europa, soprattutto tra i giovani, nuovi modelli di consumo alcolico che espongono la popolazione a un elevato rischio di patologie e incidenti alcolcorrelati. In particolare stanno assumendo un andamento preoccupante i consumi fuori pasto, i consumi eccessivi e ad alta intensità (binge drinking) e gli episodi di ubriachezza, soprattutto tra i giovani ma per alcuni aspetti anche tra gli anziani, con una crescente partecipazione della popolazione femminile", rileva il Ministro del Lavoro, della salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi.
La Relazione pone particolare attenzione ancora una volta ai modelli a rischio di comportamento della popolazione giovanile, dove si rileva: - la bassa età del primo contatto con le bevande alcoliche (in media 12,2 anni contro i 14,6 della media europea): si tratta della più bassa in Europa; - l'aumento nel tempo (1998-2006) dei consumatori tra i giovani di 20-24 anni, con incrementi particolarmente significativi tra le femmine; - l'aumento dei giovani consumatori di 14-17 anni (+0,8 per cento tra il 2005 e 2006); - l'aumento nel tempo dei giovanissimi di età compresa tra 14 e 17 anni che consumano alcol fuori pasto (la percentuale risulta praticamente raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando dal 13,4 al 24,2 per cento tra i maschi e dall'8 al 16 per cento tra le femmine); - l'aumento dei consumatori di aperitivi alcolici, liquori e superalcolici tra i giovani di 11-24 anni; - l'aumento della prevalenza di binge drinkers e di chi si ubriaca tra gli studenti di 15-19 anni, tra i maschi di 14-17 anni (+1,3 per cento) e tra le femmine di 18-24 anni (+0,8 per cento).
Per quanto riguarda i servizi alcologici del SSN (455 servizi distribuiti in 20 Regioni), si osserva un costante aumento (dal 1996) degli alcoldipendenti in trattamento. Nel 2006 sono state prese in carico più di 61.600 persone, valore in aumento rispetto all'anno precedente (+9,6 per cento). I servizi a più alta utenza (quelli con più di 200 soggetti in carico) rappresentano il 18,5 per cento del totale. Le regioni del nord, in particolare Veneto e Lombardia sono quelle con numero assoluto più elevato di utenti, mentre il valore più basso si registra in Valle d'Aosta.  "Negli anni più recenti", afferma il Ministro Sacconi nell'introduzione, "le istituzioni sanitarie regionali sempre più esercitano il loro ruolo di protezione della salute pubblica attraverso lo stimolo e il coordinamento di risorse in ampi settori della società, collaborando con le Forze di Polizia, la Scuola, lo stesso mondo della produzione e distribuzione, l'associazionismo presente nel territorio. Le Regioni, pur con le diversità derivanti dalle specifiche condizioni socioeconomiche e culturali, hanno saputo corrispondere alle esigenze di potenziamento delle politiche alcologiche, rafforzando i servizi territoriali, aumentando il numero degli operatori addetti ed incrementando gli interventi di sensibilizzazione della popolazione".