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Perugia, il questore: "Basta con l'alcol a i ragazzini"

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"Basta con l'alcol a i ragazzini".
Sandro Federico affronta i temi della sicurezza legati alla droga e anche all'ubriachezza. I l questore: vie del centro come bar a cielo

aperto, ma non molliamo.
PERUGIA - La lotta alla droga e alla criminalità diffusa, il centro storico e Fontivegge stretti tra spaccio e abuso di alcol, principali

fattori scatenanti delle risse. I temi caldi della sicurezza cittadina Sandro Federico li affronta con l'intensità di chi sente di

rappresentare una forza "sempre al fianco delle persone oneste che desiderano restare sul territorio nazionale" e con il piglio "da vecchio

poliziotto", che incita se stesso e i suoi a "non mollare mai". Ieri, giunto alla cerimonia per il 159° anniversario della fondazione del

corpo insieme al prefetto Enrico Laudanna e al vice capo della polizia, prefetto Paola Basilone, in quella che definisce "la mia ultima festa

della polizia come questore", perché andrà in pensione a ottobre, ha sentito l'onore e l'onere di fare il punto in un momento in cui "è

cresciuta l'attenzione dei cittadini verso i livelli di sicurezza che lo Stato è in grado di offrire". Ciò implica da parte delle forze

dell'ordine "l'impegno ad aggiornare le modalità di intervento e quello per aumentare il senso di sicurezza percepito", sempre insidiato

dall'uso "dilagante" di stupefacenti e alcol. Anche se, ha detto, "negli ultimi anni l'ordine pubblico è stato soddisfacente, anche grazie ai

cittadini che, pur non rinunciando a rivendicare i loro diritti, hanno saputo mantenere alto il grado di civilità e del rispetto delle

istituzioni". Ma il questore è arrivato presto al punto: "Mi tolgo il pensiero e vengo al problema del centro storico, che è poi quello della

cosiddetta movida". "Un problema - ha aggiunto - che varia da stagione a stagione e che cerchiamo di fronteggiare anche attraverso il

comitato per la sicurezza, al fine di tutelare sia i residenti sia i frequentatori di questa parte della città". Cosa accade in centro? "La

presenza di migliaia di persone specie nei prefestivi spesso impedisce la circolazione. E tanti si ubriacano", ha detto. Quindi una

constatazione che suona come uno sfogo: "Ci sono zone che sembrano bar a cielo aperto. Si vendono shottini a ‘bambini' di sedici anni.

Quattro o cinque bicchieri fanno perdere la ragione: così nascono le risse. Come in via Bartolo". E ha continuato: "In questo momento stiamo

facendo un enorme sforzo, così come fa il sindaco. Ma siamo in grado di migliorare. Dobbiamo contrastare certi fenomeni e lo faremo. Non

molleremo di un centimetro nel nostro impegno, lavorando anche in sinergia con le altre forze dell'ordine". Non è mancato un bilancio dell'

attività di un anno, scandito dai ringraziamenti rivolti ai poliziotti di quartiere, alla sezione anti-rapina, a quanti profondono sforzi

"con la pioggia o con il sole" nelle manifestazioni, ai 30 elementi della Digos che svolgono "il delicato compito di informazione e raccordo

funzionale all'attività di prevenzione, un'attività che ha portato, tra l'altro, a decreti di espulsione del ministero per motivi di

sicurezza nazionale", agli uffici di gabinetto e all'ufficio immigrazione, alla Volante fatta di "ragazzi dal comportamento corretto", alla

squadra mobile, in prima linea nella lotta quotidiana per sottrarre il territorio alla criminalità e al traffico e spaccio di stupefacenti.

Menzionate tutte le sezioni della Mobile, ricordando che "i ragazzi della seconda, criminalità diffusa, alle prese con spaccio e furti,

spesso tornano feriti ma si rimettono subito al lavoro". E ancora un grazie agli impiegati civili della questura, ai commissariati di Assisi,

Foligno, Spoleto e Città di Castello ("neanche voi siete numerosi, ma non mollate"). Caloroso anche il saluto rivolto alla magistratura,

"fondamentale punto di riferimento della nostra attività investigativa"
Alessandra Borghi