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News di Alcologia

Perugia: osservazioni sui lavori "socialmente utili"

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Lavori forzati? No, consigliati. Liberi cioè di essere scelti, ma sicuramente preferibili rispetto alle tradizionali "pene"

cui si va incontro una volta beccati ubriachi al volante. Una volta cioè che l'asticella dell'etilometro tocca quota 1,5

grammi per litro di sangue, o peggio ancora lo supera.
Lavori socialmente utili: la proposta arriva direttamente dal nuovo codice della strada, entrato in vigore a cavallo dello

scorso Ferragosto. Lo stabilisce l'articolo 186, secondo cui se l'ubriaco al volante non ha causato sinistri, la pena

detentiva (la reclusione) e pecuniaria (la "multa" al posto del carcere) può essere sostituita con quella del lavoro di

pubblica utilità se l'imputato è d'accordo. Mentre, chiaramente, la sanzione economica viene comunque versata. Si tratta

dunque di prestare un'attività non retribuita a favore della collettività presso strutture comunali, provinciali e regionali,

ma anche nel mondo delle associazioni di volontariato.
Dalla pulizia delle principali arterie cittadine al togliere l'erbaccia intorno ai segnali stradali, passando appunto per il

volontariato fino (è la proposta delle famiglie delle vittime della strada) ai «reparti di traumatologia», il lavoro di

pubblica utilità ha una durata corrispondente a quella della sanzione detentiva stabilita e della conversione della pena

pecuniaria, ponendo 250 euro a un giorno di lavoro sociale. Provvedimenti iniziano a "sfondare" anche in Umbria, con un forte

incremento atteso per il 2011.
Lavoro socialmente utile per tutti i "beccati" al volante ubriachi, con soglie alcoliche da 1,5 grammi per litro di sangue in

su: una "variante" alle pene tradizionali proposta dall'articolo 186 del nuovo codice della strada che sta incontrando già

applicazioni e favori.
Nell'ultima parte dell'anno appena concluso, in diversi comuni si sono avute tali determinazioni. In Umbria la cosa sta

prendendo piede e le previsioni parlano di un 2011 in cui l'applicazione dell'articolo 186 subirà una vera e propria

impennata. Pulire le principali arterie cittadine, togliere le erbacce dai segnali stradali, impegni vari nel mondo del

volontariato, impegno ancora sulle tematiche della sicurezza e dell'educazione stradale: il tutto ovviamente non retribuito e

al fine di ottenere una sospensione della patente più breve o di evitare una multa troppo salata. Al posto della pena da 6

mesi a 1 anno di carcere, per esempio, o di una super sanzione da 1500 fino a 6mila euro.
In caso di svolgimento positivo il giudice fissa una nuova udienza e dichiara estinto il reato, dimezza la durata della

sospensione della patente e revoca la confisca del veicolo. In caso di violazione degli obblighi connessi allo svolgimento

del lavoro di pubblica utilità, il giudice dispone la revoca della pena sostitutiva con ripristino di quella sostituita e

della sospensione della patente e della confisca.
Pareri favorevoli, si diceva, ma anche il sollevarsi di diverse perplessità. Del tipo "ok l'articolo di legge è giusto" ma

bisogna valutarne le effettive applicazioni. Anzitutto è necessario che si controlli attentamente e scrupolosamente come la

pena venga effettivamente svolta. E poi, dicono le associazioni che tutelano le famiglie delle vittime della strada, «in un

Paese di furbetti come il nostro sarebbe facile trovare vie utili solo a evitare il sequestro dell'auto e il pagamento di una

multa salata». Ed ecco che proprio dalle famiglie delle vittime arriva una importante e complessa forma di applicazione della

pena stessa: «Impegnare i guidatori ubriachi in lavori che li possano rendere consapevoli dei danni che possono essere

generati da un comportamento simile, come un impegno nei reparti di traumatologia dove sono ricoverate le vittime della

strada».
Intanto, sempre in tema di sicurezza al volante, dimenticatevi il detto "donna al volante, pericolo costante". Stando almeno

alle ultime ricerche, gli uomini avrebbero maggior predisposizione ad adottare comportamenti scorretti alla guida (73% degli

intervistati contro 53 fra le donne); a mettersi in macchina dopo aver bevuto (39% contro 22) e ad accelerare col semaforo

arancio invece che rallentare.