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News di Alcologia

Pescara: giovani e bevitori, il dramma dell'alcol spiegato in classe

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PESCARA. Per i sociologi è una spia del disagio giovanile. Secondo gli esperti del servizio alcologia della Asl di Pescara,

l'innalzamento della fascia di età di chi si lascia tentare dal bicchiere di troppo è indice della disinformazione. L'ultimo

dato, diffuso su scala nazionale, è di 168 milioni di euro spesi in un anno per pubblicizzare bevande alcoliche e di un

milione per la prevenzione.
Per far conoscere ai giovani gli effetti di una pinta di birra sull'organismo, le conseguenze dell'abuso dei cocktail a base

di superalcolici e quanto facciano male i drink "alla calata" buttati giù a ripetizione, è nata l'iniziativa "Amici sì, ma

non dell'alcol".
L'assessorato al disagio giovanile del Comune, in collaborazione con il servizio di alcologia della Asl di Pescara, ha dato

inizio ieri alla campagna informativa rivolta a circa tremila ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado e degli

istituti superiori della città. Il ciclo di incontri, introdotti dalla dottoressa Splendora Rapini e dall'assessore Carla

Panzino, hanno preso il via dall'Ipsia Ugo Di Marzio.
«E' possibile divertirsi senza bere alcolici?», è stato chiesto alle decine di ragazzi presenti in sala, accompagnati dal

preside Carlo Frascari e dalla dirigente scolastica dell'Acerbo Annateresa Rocchi. Uno spot pubblicitario ha tentato di dare

una risposta alla domanda, ponendo in evidenza gli effetti deleteri sui giovanissimi.
«Abbiamo cercato di trasmettere la pubblicità all'Arca e al The Space di Montesilvano», si rammarica Splendora Rapini, «ma

non è stato possibile, nemmeno a scopo sociale. La risposta dei gestori delle multisala è che lo spazio pubblicitario è

destinato a chi paga per acquistarlo».
A preoccupare gli esperti del servizio di alcologia è l'aumento, negli ultimi anni, del numero di minori che ogni giorno si

rivolgono allo sportello Sos adolescenti o che finiscono in coma etilico. In tutta la penisola, il 16 per cento degli

intossicati ha meno di 14 anni.
«All'ospedale civile», rivela l'assessore Panzino, «si registrano ricoveri anche di ragazzini di 11 o 12 anni, vittime dell'

abuso di alcol. È terribile». Rispetto al passato sono cambiate anche le abitudini: oggi si beve di più, lontano dai pasti e

in un'età sempre più precoce, con danni facilmente immaginabili. - Ylenia Gifuni