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Pescara: innalzare l'età del divieto di consumo di alcol

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L’esperta dell’Asl: alziamo fino a 18 anni il divieto nei locali

«Sostenere gli educatori nella trasmissione di stili di vita sani e comportamenti responsabili; prevedere azioni di sensibilizzazione sui rischi correlati al consumo di alcol; evitare di patrocinare e finanziare manifestazioni intitolate a bevande alcoliche; creare spazi e locali 'no alcol'; predisporre un 'codice etico che rafforzi la consapevolezza degli esercenti; stabilire regole omogenee nella vendita degli alcolici al fine di evitare il 'turismo etilico'». Sono solo alcuni degli spunti e delle proposte che il dirigente del servizio Alcologia della Asl di Pescara, Splendora Rapini, lancia ad autorità e istituzioni. Rapini, quanto preoccupa il consumo di alcol in Abruzzo? «L'Abruzzo detiene il triste primato della più alta percentuale di bevitori in Italia: 83,8% a fronte di una media nazionale del 78,9%, secondo l'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità». Con quali effetti? «Il risultato è che la comunità continua a pagare un pesante tributo in termini di malattie, incidenti stradali, violenze di tutti i tipi, anche sessuali, incidenti domestici e sul lavoro e molto altro. In questo contesto i servizi di alcologia operano, senza futuro, nell'indifferenza generale, perché manca la percezione del rischio, perfino nei medici che dovrebbero intercettare precocemente il problema». Cosa c'è all'origine di un consumo tanto sconsiderato? «Il problema dei consumi alcolici rischiosi e dannosi si inquadra in un più ampio 'disagio della convivenza', all'interno del quale ritroviamo l'isolamento e la precarietà sociale e lavorativa, la crisi identitaria di adolescenti e giovani, amplificata dalla carenza di modelli positivi di riferimento e resa drammatica dalla mancanza di futuro, l'induzione a stili di vita e comportamenti di consumi a rischio ad opera di strategie pubblicitarie sempre più aggressive». Si fa abbastanza per trovare una soluzione? «Da tempo ci si interroga ciclicamente sulle possibili cause e si discute sul da farsi e questo è meritorio, ma bisogna rilevare che manca a tutt'oggi un ragionamento coordinato e fattivo tra i vari enti e settori, e sono tanti, coinvolti dai vari aspetti del problema». Come agire sul rapporto tra alcol e giovanissimi? «E' fondamentale innanzitutto far rispettare il divieto di somministrazione e la vendita di alcolici ai minori di 16 anni, magari innalzandolo a 18 anni e allargandolo a chi è già in stato di intossicazione alcolica. Sarebbe opportuno vietare la vendita negli esercizi, anche ambulanti, presenti all'interno degli edifici scolastici, sportivi e sanitari e limitare gli orari di vendita e di somministrazione»

 

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)