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Piemonte: nuove misure per contrastare il gioco d'azzardo

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Chiamparino non gioca d’azzardo
La Regione annuncia un taglio dello 0,92% dell'Irap per gli esercizi commerciali che toglieranno le slot machine. Lo scorso anno, in Piemonte, i casi conclamati di ludopatia sono stati oltre 1.200. Ma al Comune di Torino Lottomatica sponsorizza la Cultura


“E’ un dovere morale intervenire su un settore che rovina centinaia di famiglie e comporta peraltro costi crescenti a carico della sanità pubblica”. Sergio Chiamparino, con al fianco l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, pronuncia la sua dichiarazione di guerra al gioco d’azzardo e una lotta senza quartiere alla ludopatia.
 

In Piemonte la spesa per il gioco supera i 5 miliardi di euro e negli ultimi anni i pazienti affetti in forma grave da gioco d’azzardo patologico sono più che quadruplicati. Una prima risposta arriva dall’ultima legge della Regione Piemonte, approvata nel febbraio scorso da Palazzo Lascaris, che prevede una serie di misure per la prevenzione ed il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito. «Ma occorre fare di più» spiega il governatore, ricordando che «la legge finanziaria regionale prevede che la Giunta regionale definisca linee di indirizzo e presenti al Consiglio regionale un piano triennale per prevenire e ridurre il rischio dal gioco d’azzardo patologico  ed il contrasto alla dipendenza, ma anche per il trattamento terapeutico ed il recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da gioco d’azzardo patologico, promuovendo la consapevolezza dei rischi correlati al gioco, ancorché lecito, per salvaguardare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione, nonché la cultura del gioco misurato».
 

Il piano sarà pronto a breve, secondo quanto assicurato da Saitta che precisa come sia «nostra ferma intenzione coinvolgere non solo gli enti locali e le istituzioni scolastiche del Piemonte, ma il vasto mondo del volontariato, le associazioni antimafia, le parrocchie, senza dimenticare le banche e gli istituti di credito». Ma, soprattutto i principali interlocutori della regione in questa non facile guerra al gioco d’azzardo saranno i commercianti. «La normativa regionale approvata prevede che dal 1° gennaio 2015 per tre anni l’aliquota IRAP sia ridotta dello 0,92% per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92% a carico di quegli esercizi nei quali le micidiali macchinette restano installate» ricorda Saitta, pur consapevole come anche di fronte a sconti fiscali il richiamo di facili guadagni garantiti dalle macchinette sia duro da vincere.
 

Intanto diventano sempre più pesante le ricadute, oltre che sul piano sociale, anche su quello economico: «In Piemonte i casi conclamati e quindi presi in carico dai servizi che in ogni Asl e Aso si occupano delle dipendenze sono stati lo scorso anno 1.256, in prevalenza uomini, età media di 47,9 anni con una media di soggetti a rischio che in Piemonte è più alta di quella nazionale. Se pensiamo che mediamente un paziente in carico – spiega Saitta -  costa oltre 2mila euro l’anno con un costo stimato forfetario che non tiene conto di eventuali costi aggiuntivi per ricoveri in strutture residenziali specialistiche e che in un anno i nuovi utenti sono stati 578, ci rendiamo conto di quanto sia urgente intervenire per impedire il più possibile il diffondersi del fenomeno, aggravato certamente anche dalla crisi economica». Chiamparino, dal canto suo, si rivolge ai suoi ex colleghi sindaci: «Vogliamo sollecitarli ad assumere decisioni sull’insediamento dei locali dove si gioca, per evitare che siano presenti intorno a luoghi sensibili, come le scuole».


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lospiffero.com/cantina/chiamparino-non-giocadazzardo-17824.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)