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Pietrasanta (FI): la carica dei 5000 al Camel Ponce nel centro storico

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La carica dei 5000 al Camel Ponce nel centro storico 

Minorenne in ospedale per l’alcol e una congestione

Il sindaco: «Chi ha commesso reati ne risponderà» 


di Luca Basile

PIETRASANTA. Una grande festa a cielo aperto, fra brindisi augurali, bicchierini di plastica ed un’ostentata allegria di fondo. Il Camel Ponce edizione 2013, andato in scena la notte di Natale nel recinto nobile del centro storico, ha accolto 5 mila anime chiamate a fare ressa, ma non troppo visto che lo scorso anno erano state stimate circa 7000, partecipanti sullo sfondo di una scia di nuvoloni neri e poco in sintonia con il clima di festa. Camel Ponce «nel segno della serenità di fondo e di una partecipazione senza eccessi» certifica il sindaco Domenico Lombardi che però non può fare a meno di commentare l'episodio che ha visto protagonista una 16enne finita al Pronto Soccorso per qualche ponce di troppo e una congestione.


«Somministrare alcol ai minori è un reato: se verranno accertate delle responsabilità, chi di dovere ne risponderà. Detto questo comprendo lo stato d’animo e la preoccupazione dei genitori della ragazza e sono disponibile a parlare con loro, ma stiamo parlando di un episodio, visto che 5000 persone hanno frequentato la nostra piazza senza creare alcun tipo di problema. Nessun vandalismo, nessuna rissa e neppure la temuta orda di ubriachi. Voglio ringraziare la polizia municipale e tutte le Forze dell'Ordine che hanno vigilato sulla regolarità di una manifestazione che era e resta spontanea e che per questo motivo non è cancellabile» chiosa Lombardi che al ponce ha preferito una tazza di cioccolata calda per brindare al Natale e che plaude agli operai che «alle 5 del mattino erano già impegnati a ripulire la città in un clima di massima collaborazione con gli esercenti». Polizia municipale che in piazza Carducci aveva installato uno strumento - una sorta di precursore - demandato ad indicare lo stato di “eccitabilità alcolica” di chi volontoriamente si sottoponeva al test. Su 50 “testati” nessuno ha proposto particolari problematiche, mentre due automobilisti si sono visti rimuovere il mezzo in quanto parcheggiato davanti ai passi carrabili.


Per intendersi niente di particolare, a conferma di un happening che ha fatto sicuramente felici le casse dei bar del centro cittadino, rimasti aperti fino a tarda notte. Certo, qualche gesto di maleducazione spicciola è andato in scena, come i bicchierini e i rifiuti abbandonati sulla scultura in marmo “Genesi” di piazza Duomo, comunque sotto il controllo dei Carabinieri in congedo o ancora i sacchetti gettati lungo le strade. Qualche lamentela per la penuria dei wc chimici sempre in piazza Duomo, ma come detto una situazione, nel complesso, che se non fosse stato per il malore legato all’alcool della minorenne. Un episodio grave ma isolato, stando alle cronache degli ultimi anni di Camel Ponce.


La manifestazione, al di là dei mille appelli della vigilia e degli altrettanti mille divieti, non ha quasi mai proposto in questi anni, situazioni oltre la soglia del buon senso o del problema di ordine pubblico. E a proposito di appelli, c'è da registrare una nota di Vito Viti, vice-presidente del Gruppo Sims che critica l'operato dell'amministrazione comunale a margine della campagna di prevenzione all'abuso di alcol concertata da Comune e Pca. «Dei cartelli, 10, realizzati da Nando Melillo, del Pca, 3 sono stati affidati al nostro gruppo che li ha esposti nelle sedi appropriate, gli altri dovevano essere posizionati dalla stessa amministrazione nelle diverse sedi del centro in occasione del Camel Ponce. Ma di questi cartelli non c'era traccia. Forse l'amministrazione ha preferito evitare di fare cosa sgradita ai commercianti?» si chiede. Punto di domanda a cui replica l'assessore Pietro Lazzerini. «Alcuni cartelli sono stati consegnati alle scuole nell'ambito della campagna informativa di un uso consapevole delle bevande alcoliche. Tutto qui». Prosit e anche per quest'anno il Camel Ponce, con la sua scia di polemiche ed entusiasmi, va agli archivi.

 

Patussi: "I Comuni non devono più sponsorizzare iniziative che incentivino il consumo dell’alcol"


L'intervista

«I Comuni non devono più sponsorizzare iniziative che promuovano e incentivino il consumo dell’alcol in particolare tra i giovani. E devono migliorare i controlli sul proprio territorio». Non è riuscito a bloccare il “Camel ponce” a Pietrasanta, Valentino Patussi. Ma, come responsabile del Centro Alcologico Regionale Toscano, non molla e ribadisce l'importanza di un dialogo con Anci Toscana, l’Associazione nazionale dei Comuni. L’obiettivo è definire buone prassi sul tema “Alcol e Sicurezza” e ottenere che gli enti locali non sostengano più le manifestazioni che promuovono l’alcol. Seravezza, in alta Versilia l’ha fatto. Pietrasanta, invece, no.


Professor Patussi, che cosa è successo quando ha proposto a Pietrasanta di cancellare il Camel ponce di Natale?

«In un incontro pubblico a cui partecipava anche il vicesindaco, più di un anno fa, ho segnalato il rischio dell'iniziativa insieme ad associazioni del territorio impegnate in questo settore e abbiamo proposto qualcosa di alternativo come una serata in piazza nella quale i locali servissero cioccolata calda, tè, bevande analcoliche. L’invito è stato declinato. E alla lettera inviata al sindaco per offrire la consulenza e il supporto del Centro Alcologico Regionale Toscano non ho avuto risposta».


La sua iniziativa non ha sortito alcun effetto?

«Nell'immediato no, ma mi auguro che si possa giungere ad una collaborazione con l'Anci. La mia proposta è che i Comuni smettano di sponsorizzare eventi che promuovono l’alcol e che migliorino i controlli sul territorio, per la tutela dei cittadini. I giovani rischiano più facilmente il coma etilico, come è successo a Pietrasanta e come avevo ipotizzato, e rischiano soprattutto gli incidenti stradali. E' bene ricordare, tuttavia, che anche gli adulti sono fortemente a rischio».


Però, si può obiettare che una simile politica possa creare danni all’economia.

«Non è così. La promozione dell’economia e delle attività si può fare in sicurezza, normando l’alcol che, come è noto, è una sostanza psicotropa e cancerogena, tanto che la stessa Lega dei tumori ha sostituito la vendita delle bottiglie di vino con quelle dell’olio, un altro prodotto del nostro territorio. Nessuno vuol proibire l'alcol ma la sua commercializzazione e promozione richiedono molta responsabilità e senso civico».

 

Perché lei insiste molto sui controlli?
«Perché i controlli garantiscono l'applicazione di una legge, come quella che vieta la vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, ottenuta anche grazie alla campagna lanciata da Il Tirreno. Se la legge non trova il supporto dei Comuni - che devono monitorare il territorio - è inutile. Il ruolo degli enti locali è anche più importante: tutelare la salute dei cittadini e quindi non incentivare iniziative che inducono stili di vita non salutari».

 

Ma questo basta?

«No. E soprattutto i ragazzi lo sanno. Ce lo fanno notare. Ci vuole coerenza e responsabilità. In un incontro in un liceo a Sesto Fiorentino mi è stato chiesto da uno studente se ritenevo etico che una parte delle spese dell’Istruzione fosse finanziata con le accise sull’alcol».


(...omissis...)


Ilaria Bonuccelli


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2013/12/27/news/la-carica-dei-5000-al-camel-ponce-nel-centro-storico-1.8368636


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)