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Piombino (LI): alcol, cresce l'allarme socio-sanitario

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Alcol, cresce l'allarme socio-sanitario
Sempre più persone, molte donne, si rivolgono al Sert per avere aiuto perché ricorrono troppo spesso a vino e birra
I dati sono contenuti nel dossier Asl 2010 sulle tossicodipendenze
PIOMBINO. Cresce l'abuso d'alcol. Nel 2010, diciotto persone si sono rivolte per la prima volta al Sert per chiedere aiuto. Si sono aggiunte

alle 36 già in carico al servizio. I dati sono contenuti nel dossier Asl 2010 sulle tossicodipendenze. E, intanto, si rafforza l'azione di

Acat (Associazione club alcologici territoriali) a Piombino e Venturina.
La tipologia delle sostanze consumate vede in testa la birra e i vini. Seguono i superalcolici, sullo stesso piano numerico degli aperitivi e

delle bevande innocue, ritoccate, però, con quantità di alcol: una soluzione che piace ai più giovani.
Delle 54 persone in carico al Sert lo scorso anno, quasi la metà (26) sono donne.
I dati dicono anche che la fascia d'età più presente è quella che va dai 40 ai 49 anni, con 21 soggetti. A seguire, con 16 presenze, le

persone tra i 50 e i 59 e, con 11, quelle tra i 30 e i 39. Solo due gli under 30. L'elemento, però, non può tranquillizzare. In genere la

consapevolezza della necessità di un aiuto cresce con l'età.
Come spiega il dottor Henry Margaron, responsabile del settore tossicodipendenze dell'Asl 6, una delle attività più complicate riguarda

proprio il tentativo di far emergere il fenomeno. La sottovalutazione gioca contro il recupero.
«Anche per l'alcolismo - aggiunge l'esperto - gli interventi sono di tipo farmacologico, psicologico, sociale, con l'inserimento in comunità,

e riabilitativo. Ed è in quest'ultimo settore che le associazioni come Acat, con i gruppi di autoaiuto, svolgono un ruolo decisivo».
Manfredo Bianchi, presidente regionale dei club alcologici territoriali, spiega che in Toscana il primo club ad adottare il metodo del

professor Hudolin che coinvolge l'intero nucleo familiare, nacque a Firenze nel 1983.
«Nel 2002, da una costola di Acat Cecina, nacque l'associazione della Val di Cornia. Collaboriamo con i servizi sociosanitari, con i Comuni,

con le parrocchie e con le associazioni del volontariato, per estendere la conoscenza dei rischi alcolcorrelati e per far capire che ci

siamo», dice Bianchi.
Grande attenzione viene data ai giovani, anche lavorando con le associazioni che si occupano di sicurezza stradale, senza però separare il

problema dalla comunità e dalla famiglia.

 V.T.