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Pirati alla guida e «omicidio stradale»: l'84% favorevole al nuovo reato penale

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Pirati alla guida e «omicidio stradale»: l'84% favorevole al nuovo reato penale
Ania: gli italiani promuovono le proposte di legge per punire chi uccide guidando sotto effetto di alcol o droga
ROMA - Si accende il dibattito sulla proposta di introdurre nel Codice Penale il reato di «omicidio stradale», rilanciata a Ferragosto dal

ministro dell'Interno Roberto Maroni. Mentre La Destra, Idv ed ora anche il Pd e la Lega Nord litigano sulla paternità dell'idea, un

sondaggio dell'Ania (la Fondazione che riunisce le compagnie assicuratrici) rivela che l'84% degli italiani sarebbe favorevole

all'introduzione del nuovo reato.
«Troppe persone continuano a pensare che guidare sia una cosa banale - sottolinea l'Ania -, che possono fare come gli pare. Invece guidare

significa condurre un'arma a quattro ruote. Se guidi ubriaco non puoi pensare che l'incidente sia un fatto capitato per caso. Ne sei

direttamente responsabile».
AUMENTANO LE VITTIME DI PIRATI - La questione era stata riportata d'attualità dalla pubblicazione, a inizio agosto, di drammatiche

statistiche sul costo degli incidenti legati ai «pirati della strada». Ed è tornata sulle prima pagine dei giornali con la morte di 4 giovani

turisti francesi uccisi sulla A26 da un imprenditore albanese che guidava ubriaco contromano.
Il costo in termini di vite umane dell'incoscienza e dell'irresponsabilità dei pirati della strada, nel 2011, ammonta finora a 71 vittime in

348 incidenti di questo genere (+44,7% rispetto al 2010), cui si sommano 418 feriti. Secondo il portale dell'Asaps (Associazione sostenitori

amici della polizia stradale), mentre il numero complessivo degli incidenti stradali in Italia diminuisce, nel primo semestre 2011 i casi di

pirateria stradale con vittime aumentano del +39%. Come dire più di 2 morti e 16 feriti a causa dei pirati ogni settimana. Più gravi e

numerosi, nel complesso, i feriti: nel 2011 gli incidenti con lesioni significative sono stati 293 (nel 2010, erano 212). In testa alle

regioni più pericolose a causa della pirateria stradale, sono Lombardia e Lazio.
COME 18 SISMI IN ABRUZZO - «Fanno molta impressione le stragi con più vittime - osserva Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania - ma ogni due ore sulle strade italiane muore una persona». E sfogliando i risultati di un recente sondaggio condotto in collaborazione con l'Ipso, aggiunge: «E' come se ogni anno in Italia si verificassero 18 terremoti d'Abruzzo. Una tragedia nazionale che dobbiamo tutti avere ben presente». Già lo scorso aprile Fondazione Ania aveva chiamato tecnici e politici a discutere la proposta «di introdurre una fattispecie normativa che regoli il reato stradale, soprattutto quando si causano morti o feriti gravi».
CAMPAGNA DEI FAMILIARI DELLE VITTIME - Il 9 agosto, il leader de La Destra Francesco Storace ha rilanciato sul suo blog la proposta di legge per l'istituzione del reato di «Omicidio stradale». Il deputato della Lega Nord, Davide Cavallotto, ribatte di aver presentato a luglio la stessa proposta alla Camera. Stessa rivendicazione dall'Idv Antonio Borghesi, vice capogruppo alla Camera. Ma un'analoga proposta di legge di iniziativa popolare era stata già lanciata mesi fa da associazioni di familiari di vittime - come la «Lorenzo Guarnieri» e la «Gabriele Borgogni» -, appoggiate da Asaps, Comune di Firenze, polizia municipale e Aci di Firenze: sarebbero già state raccolte 25 mila firme (la normativa prevede sei mesi di tempo per raccogliere le 50 mila firme necessarie per presentare la proposta al Presidente di una delle due Camere del Parlamento).
Da Roma, il consigliere comunale del Pd e membro della commissione Sicurezza, Dario Nanni, fa sapere che numerosi politici capitolini hanno

aderito e di aver «presentato a giugno una mozione che chiede al Consiglio comunale di aderire alla proposta di legge promossa

dall'associazione Lorenzo Guarnieri e dal Comune di Firenze».
DROGA E ALCOL IN 8 CASI SU 10 - Nel frattempo Ania sottolinea come «8 incidenti su 10 sono dovuti a comportamenti umani sbagliati:

distrazione, mancato rispetto delle regole, alcol e droga. Soprattutto alcol nei giovani». Nel 2010 gli incidenti stradali sono diminuiti del

6,1% rispetto all'anno precedente. Diminuite anche le vittime che sono state 2.458 (-3,2%) e i feriti (75.814, con una calo del 6,1%). Ma nel

solo 2009 a causa di incidenti stradali ben 20mila persone sono rimaste paraplegiche. «Tutto questo deve farci riflettere - conclude Salvati

- dobbiamo ricordarci che quando siamo al volante ci sono delle regole che vanno rispettate. Condotte di guida scorrette e sconsiderate

causano alcuni tra i più gravi delitti stradali. È giusto che, in taluni casi, si configuri l'ipotesi di dolo eventuale, per la gravità

sociale, umana ed etica degli incidenti».
Luca Zanini


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)