Pisa: gli arrestano il babbo: «Bravi, è cattivo»
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Nove anni, con la sorellina aveva appena assistito al pestaggio della madre. Quarantenne finisce in manette per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e violenza privata
PISA. Una storia di ordinaria paura quotidiana. Come tante. È quella vissuta da due bambini, di 9 e 10 anni, l'altra sera in un rimessaggio di viale D'Annunzio. Quando la loro mamma è stata pestata a sangue dal padre, per l'ennesima volta, davanti a loro, sotto i loro occhi.
Avete fatto bene ad arrestarlo - ha detto il più piccolo, un maschietto di 9 anni, al capopattuglia della Volante chiamata per telefono dalla mamma in lacrime - avete fatto bene, siete stati bravi, perché è cattivo. Accanto a lui è comparsa poco dopo la sorella, più grande di un anno, tremante e piangente.
L'uomo, un pisano di 41 anni, è finito in carcere per lesioni volontarie aggravate, maltrattamenti in famiglia e violenza privata; sua moglie, 39 anni, è stata ricoverata in ospedale per le ferite conseguenza delle botte, soprattutto al viso. I due piccoli sono stati mandati dalla nonna, lontano dallo scenario quotidiano di un'unione fatta di botte e paura. L'allarme è partito l'altra sera, verso le 10. Una donna ha chiamato i poliziotti al cellulare. Venite subito - ha detto - mio marito mi sta massacrando di botte davanti ai bambini. Quando gli agenti sono arrivati sul posto hanno trovato il cancellino chiuso a chiave. Il proprietario, completamente ubriaco ed in evidente stato di agitazione, non riesce a collaborare con i poliziotti che gli chiedono di aprire.
Gli agenti scavalcano e vedono un'auto con della gente dentro, soprattutto dei bambini che gridano. Quando entrano, vengono aggrediti dall'uomo, che alla fine però, data l'ovvia superiorità numerica, viene bloccato e immobilizzato.
A quel punto i due bambini scendono dalla macchina e il più piccolo, il bambino, individua il capopattuglia e si rivolge a lui. Siete stati bravi, avete fatto bene: è lui il cattivo. Poi si avvicina la bambina. La mamma, poco più in là, ha il volto che è una maschera di sangue. Il marito l'ha picchiata selvaggiamente, una cosa che si ripete a scadenze fisse, da anni. Durante il pestaggio, la donna è caduta a terra sbattendo il volto contro una tavola e procurandosi una lunga ferita che sanguina copiosamente. Aveva cercato di fuggire con i piccoli in macchina, ma il marito le aveva preso le chiavi e poi aveva strappato i fili dell'accensione. La donna quindi aveva tentato di chiudersi dentro con i bimbi.
Il capopattuglia della Squadra Volanti della questura si è abbassato all'altezza del bambino per ascoltarlo e parlargli. I due piccoli, alla vista delle divise, sono apparsi, se possibile, quasi sollevati, nonostante sconvolti dall'ennesima scena di violenza a cui assistevano.
Sul caso, ovviamente, è stata aperta un'inchiesta, coordinata dal pm Giovanni Porpora.
Le indagini sui casi di maltrattamenti in famiglia sono in crescita negli ultimi anni, non perché siano aumentati gli episodi, ma piuttosto perché è aumentato il numero delle denunce, nella consapevolezza finalmente acquisita di potere essere difesi. Ora come in passato, resta come un ostacolo la vergogna di parlare delle situazioni di violenza che si vivono fra le pareti domestiche.