Pisa: le lunghe notti estive con alcol a fiumi e musica
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Le lunghe notti estive con alcol a fiumi e musica
Giornate afose e nottate appiccicose. Per sfuggire alla torrida tenaglia che addenta quest'infuocata coda agostana, i giovani pisani si
affidano entusiasti a una movida in cui l'alcol scorre a fiumi, la musica è allegra e ritmata, le bevute di gruppo diventano celebrazioni di
riti collettivi e gli incontri occasionali sono più scottanti della sabbia baciata dal solleone.
Non chiamatele semplicemente notti, quelle notti. Si sa come iniziano, ma non si sa né dove, né come, né quando finiscono. E il bello è
proprio questo. Come iniziano? Ma al "Pia", che domande: il disco-pub più in voga della città. «Si pensava che si svuotasse, in questi
giorni, invece macché, c'è più gente ora che a giugno e luglio messi insieme», racconta la bella Caterina, avvenente autoctona dall'altezza
vertiginosa (aiutata da generosi tacchi a spillo) e dagli occhi verdi. Dice che quest'anno, al "Pia", va di moda un particolarissimo vezzo
legato agli addii al nubilato: le giovani che si stringono intorno all'amica festeggiata indossano tutte una cosa simile, «che può essere una
collana di fiori, o delle simpatiche orecchiette da coniglio, o anche una semplice maglietta rossa. Così le riconosci subito: le vedi e pensi
ecco, queste sono tutte insieme, e allora inizi a guardare meglio per capire chi è la povera fortunata che tra una manciata d'ore si andrà a
inguaiare!», osserva con acidula perfidia.
Ma di piccole manie ne è piena, questa dolce estate all'ombra dell'accaldata, esausta Torre pendente. «I tatuaggi, ad esempio...», la bionda
Francesca mostra il suo (un cavalluccio marino che rampa felice, la coda a un passo dalla caviglia destra, il musetto rivolto astutamente in
alto, in direzione dell'ameno ginocchio), «quest'anno pare ci sia la moda di tatuarsi "il ricordo del proprio viaggio". Si può dire così?»,
si chiede con un ironico sorriso (Ma certo, Francesca, figurati, con un sorriso del genere puoi chiederti tutto quel che vuoi...), «nel senso
che i ragazzi che tornano da una destinazione estiva, hanno tutti un ricordino disegnato sulla pelle. Ad esempio ho un gruppo di amici che
sono stati a Malta, e quando sono arrivati a Pisa avevano tutti una piccola stella sulla spalla destra...».
Al "Pia", dice Federica, caschetto moro, abitino bianco, «c'è sempre il solito, rassicurante casino. Quest'anno c'è la fissa della bevuta
collettiva nel secchiello, una specie di rito propiziatorio...». E cosa propizia, questo rito del secchiello? Ridacchia furbetta, la Fede:
«Lasci fare, lasci fare...». Ma proprio un secchiello tipo quelli che si usano per giocare con la rena? «Ma sì, tipo quello dei bimbi, ha
presente? Paletta, castelli di sabbia eccetera... Solo che al "Pia" il secchiello è pieno di mojito. E si beve tutti insieme, con le
cannucce... e quindi ecco il perché del rito collettivo che dicevo.... dopo che ti sei succhiata mezzo secchiello di mojito, hai voglia di
propiziare...». Eh, hai voglia sì
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)