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Pistoia: progetto In Vita ("informati verso interventi preventivi e trattamenti alcologici")

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Alcol, tendi a bere troppo? Test svela gli eccessi da correggere
L'iniziativa messa a punto dalla Misericordia di Pistoia

Il progetto si chiama Invita, acronimo per «Informati verso interventi preventivi e trattamenti alcologici»


Pistoia - Il bicchierino di vinsanto offerto all'ospite inatteso, il fiasco che accompagnava la partita a carte al circolo, il bicchiere di vino a pasto non ci sono praticamente più, stili di vita familiari e conviviali ormai perduti. A tavola oggi tutti astemi, apparentemente, poi, nel fine settimana eccoli, i binge-drinker, gli smodati che buttano giù anche sei superalcolici di fila. E il danno è fatto. A se stessi prima di tutto e poi, magari, anche agli altri, se dopo ci si mette alla guida.


La lotta all'alcolismo è impari, probabilmente, rispetto all'offerta che le persone, soprattutto i giovani, si ritrovano davanti, ma pochi sono disposti ad informarsi sui rischi che si corrono per la salute con un consumo di alcol incontrollato o, comunque, inadatto al proprio metabolismo. E allora, che fare? La Misericordia di Pistoia, nell'ampio panorama di offerte in ambito sociale e sanitario, ha messo a punto un nuovo servizio rivolto alla popolazione, completamente gratuito, che partirà nei prossimi giorni dai locali di Villa Bianchi, in via Bonellina 1.


Si chiama «Invita», acronimo ricavato dalla frase: «informati verso interventi preventivi e trattamenti alcologici». La tecnica preventiva è semplicissima: si tratta di sottoporsi ad un questionario che serve a capire se la persona ha un atteggiamento corretto verso le bevande alcoliche(*) e se la quantità e la qualità sono quelle più adatte al suo organismo. Si tratta, in sintesi, di una forma di prevenzione primaria, ovvero prima che i problemi si manifestino e quindi in tempo per correggere comportamenti che potrebbero, un domani, compromettere lo stato di salute. Il servizio «Invita» è stato presentato nel corso di una conferenza stampa presieduta dal presidente della Misericordia, cavaliere Aligi Bruni, e dal segretario generale Roberto Fratoni.


Il progetto è stato quindi illustrato dal dottor Salvatore Finocchiaro, medico supervisore, specializzato anche in igiene e medicina preventiva, e dall'alcologo della Misericordia, il dottor Giuseppe Balli.


«Di questo progetto - ha spiegato il dottor Finocchiaro - abbiamo cominciato a parlare circa un anno e mezzo fa, ma poggia su una mia ricerca, pubblicata nell'85 su una rivista specializzata, dove furono illustrati i risultati di una sperimentazione epidemiologia statistica di un anno su un notevole campione. Emerse che il 75 per cento e oltre dei soggetti consumava bevande alcoliche e, di questi, il 10 per cento era un consumatore smodato. Dati che appaiono oggi invariati, e il 10 per cento è una percentuale eccessiva. Noi possiamo e dobbiamo fare prevenzione primaria: sulle persone sane, che non hanno ancora problemi, per evitare di arrivare alla situazione patologica».


Le persone che soffrono di alcolismo conclamato saranno invece indirizzate verso altri centri. Ma qual è la quantità «normale» di alcol da assumere? «Per poterlo stabilire le persone faranno un colloquio seguito da un questionario e cercheremo così di capire se si va verso un abuso. Lo scopo - ha concluso Finocchiaro - è la promozione della salute che passa dal soggetto in prima persona».


«In Italia - ha poi spiegato Giuseppe Balli - ci sono otto milioni di persone a rischio e la metà sono binge drinker, i consumatori smodati, con più di sei bevande in un'unica occasione. Gli uomini, dai 18 ai 44 anni, bevono fuori dai pasti e la dipendenza aumenta di quattro volte se si inizia a bere a 15 anni o prima. I primi assaggi avvengono addirittura a 11 anni. Dobbiamo intercettare i consumatori e metterli di fronte alla realtà di porsi una domanda. Noi siamo qui, pronti a prendere in carico l'utente e potremo identificare i soggetti a rischio. I risultati del nostro lavoro saranno sottoposti alla valutazione del Centro alcologico regionale dell'Università di Careggi».


lucia agati


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)