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Playstation, shopping patologico, social network, gioco d'azzardo: passatempi o dipendenze?

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Playstation, shopping patologico, social network, gioco d'azzardo: vizio o dipendenza?

Dedicarsi allo shopping appena se ne presenta l'occasione, concedersi un momento di svago giocando a poker con gli amici o tentare la fortuna con un gratta e vinci, perdere qualche ora alla playstation o sui social network. Queste sono abitudini, vizi o dipendenze? La linea che separa la patologia dal semplice svago è molto sottile e viene oltrepassata quando queste attività tolgono la libertà a chi vi si dedica. Questo tema è stato affrontato dai medici di Villa San Benedetto Menni di Albese con Cassano (CO) nel corso di due convegni che si sono svolti il 9 novembre ad Albavilla (CO) e il 21 novembre a Monza, dedicati rispettivamente alle dipendenze degli adolescenti e a quelle degli adulti.
Entrambi gli incontri fanno parte del ciclo di convegni organizzati da FORIPSI Onlus attraverso il progetto Fidans.


Gli adolescenti e le dipendenze della società moderna
«Il mestiere del genitore è di per se stesso complesso - evidenzia il Prof. Giampaolo Perna, direttore scientifico e primario del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto Menni - ma diventa particolarmente difficile soprattutto durante la fase di crisi rappresentata dall'adolescenza, durante la quale i figli propongono una serie di comportamenti impulsivi ed emotivi che i familiari faticano a comprendere. Uno dei problemi maggiori è riconoscere quando tali atteggiamenti siano l'espressione normale dell'instabilità tipica di quell'età oppure il segnale di una psicopatologia nascente». Secondo quanto emerso dal 10° rapporto nazionale di Eurispes e Telefono Azzurro sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza, il 13-25% dei ragazzi è dipendente da Internet; di questi il 20-30% non riesce nello specifico a fare a meno dei social network (soprattutto Facebook, Twitter e MySpace). Il cellulare viene usato in maniera patologica dal 27% degli adolescenti, mentre i videogiochi dal 38%. Altre attività che possono essere praticate in maniera compulsiva dai più giovani sono la televisione (circa il 20%), il cibo (18%), lo sport e l'esercizio fisico (8%). E' soprattutto il cellulare a rappresentare un fattore di rischio. Secondo il rapporto dell'Istat "Infanzia e vita quotidiana", tra il 2000 e il 2011 l'uso del telefonino tra i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni è passato dal 55,6% al 97,7% e, nello specifico, dal 70,4% al 97,7% nella fascia 14-17 anni, dal 35,2% all'86,2% in quella 11-13. Cosa fanno i più giovani al cellulare? Telefonano (93,1%), inviano e ricevono messaggi (83,3%), giocano (50%), cambiano suoneria (48%), usano la rubrica telefonica (47%), ascoltano musica (45%), fanno e ricevono foto (41,7%), fanno squilli (38,1%). Non meno significativo il pc, il cui uso tra i ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni è aumentato dal 34,3% al 63,7% tra il 2000 e il 2011, percentuale così suddivisa: 17,7% nella fascia 3-5 anni, 56,7% in quella 6-10 anni, 82% tra 11 e 13 anni e 88% tra 14 e 17 anni. Al computer i ragazzi installano giochi, condividono sui social network, cercano informazioni, guardano e scaricano materiale pornografico. Degno di attenzione è anche l'utilizzo dei videogiochi, che tra il 2000 e il 2011 è aumentato significativamente. Il 65,8% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni si dichiara appassionato; il 57% di questi vi si dedica meno di un'ora al giorno, mentre il 25% da 1 a 3 ore. I giochi preferiti sono quelli di combattimento (38%) seguiti dall'avventura (29%) e dallo sport (21,5%). Oltre il 60% di loro pratica abitualmente questa attività da solo; il 40% si identifica con le storie del videogioco. «La difficoltà maggiore dei genitori è legata alla rapida evoluzione della tecnologia, che mette a disposizione sempre nuovi strumenti di comunicazione spesso poco controllabili (come facebook, twitter, skype e whatsApp) e attività ludiche complesse quali gli strumenti di gioco multimediale - sottolinea il Dott. Paolo Cavedini, vice-direttore del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto - Ovviamente tutto ciò è inserito in un accesso a internet spesso poco monitorabile e fonte di ansie nei genitori. E' importante quindi prestare attenzione ai primi segnali che conducono alla dipendenza: aumento eccessivo della frequenza di utilizzo e della durata di ogni singolo videogioco, crescita del tempo impiegato a controllare il telefono, perdita dell'interesse verso le relazioni vis-à-vis e della capacità di leggere le proprie e altrui emozioni, primi segnali di malessere in relazione alla mancata risposta o all'impossibilità di accedere al computer». I campanelli d'allarme sono quindi tendenza all'isolamento sociale, apatia, difficoltà scolastiche e/o lavorative accompagnate da assenze frequenti e ingiustificate, perdita degli interessi pregressi, nervosismo e irritabilità, peggioramento delle relazioni familiari, diminuzione del tono dell'umore e dell'interesse nelle attività quotidiane, disturbo del sonno, difficoltà di memoria e concentrazione, sintomi fisici quali mal di testa, dolori al collo e disturbi della vista.


Dipendenza dal gioco d'azzardo
«Dedicarsi allo shopping, comprare gratta e vinci, scommettere sulle partite di calcio sono attività ludiche che possono aiutare a passare il tempo e ad avere qualche brivido - afferma il Prof. Perna - Possono tuttavia essere segnale di un irrefrenabile desiderio patologico che porta impulsivamente e compulsivamente a diventare dipendenti da queste abitudini». Troppo spesso, infatti, le persone non percepiscono il confine tra il gioco e la dipendenza: «E' fondamentale distinguere un'attività piacevole gestita nell'ambito della propria vita personale e sociale da una patologica che rende schiavi rubando tempo, denaro ed energie alla quotidianità»-commentail Dott. Cavedini - La dipendenza si caratterizza per una propensione a pensieri ossessivi e a comportamenti compulsivi che imprigionano la persona e la famiglia in una gabbia da cui è molto difficile uscire senza aiuto». Il gioco d'azzardo è un'attività significativa per l'uomo fin dall'antichità, della quale abbiamo testimonianze risalenti anche al 4000 a.C. in diverse regioni del mondo. Ai dadi si sono aggiunti nel corso del tempo le scommesse sui cavalli, le lotterie, la roulette e, infine, le slot machine. I segnali importanti che denotano una dipendenza sono: eccessivo coinvolgimento nell'attività, irrequietezza e irritabilità, gioco come fuga dai problemi, ritorno continuo all'azzardo per recuperare le perdite, menzogne ai familiari, azioni illegali per finanziarsi, compromissione di una relazione significativa, affidamento su altri per reperire denaro. Analizzando i dati, risulta che il 70% degli italiani partecipa settimanalmente a lotterie, slot machine e simili. Quella del gioco è la quinta industria del Paese: nel 2010 sono stati incassati 42,2 miliardi di euro contro i 14,2 miliardi del 2006. La spesa media pro-capite per il gioco è di 500 euro all'anno. È stata l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a definire, nel 1980, il gambling un problema sociale. In Italia esso rappresenta una schiavitù per una percentuale della popolazione totale compresa tra l'1 e il 3%, la metà di coloro che sono dipendenti da sostanze. I giocatori patologici sono soprattutto uomini, di basso livello socio-culturale ed economico e di età compresa tra i 30 e i 45 anni.


Conclusioni.
«La dipendenza comportamentale è una sindrome complessa che in individui predisposti e vulnerabili si instaura progressivamente, attraverso varie fasi sostenute da modificazioni neuroplastiche del cervello; seppur reversibili nella prima fase di uso controllato, esse diventano in seguito stabili in caso di uso compulsivo e patologico - afferma Cavedini - Bisogna monitorare il comportamento per un certo periodo di tempo senza creare falsi allarmismi, ma è importante riconoscere i segnali e rivolgersi immediatamente a uno specialista per una visita psichiatrica».


ELENCO DEI DATI:


Dipendenze degli adolescenti:
13-25% Internet, di cui il 20-30% nello specifico social network
27% cellulare
38% videogiochi
20% televisione
18% cibo
8% sport ed esercizio fisico


Il cellulare:
tra il 2000 e il 2011 l'uso del cellulare tra i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni è passato dal 55,6% al 97,7%
si è passati dal 70,4% al 97,7% nei ragazzi tra i 14 e i 17 anni e dal 35,2% all'86,2% nei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni.


Cosa fanno i ragazzi al cellulare?
93,1% telefona
83,3% invia e riceve messaggi
50% gioca
48% cambia suoneria
47% usa la rubrica telefonica
45% ascolta musica
41,7% scatta e riceve foto
38,1% fa squilli


L'uso del pc:
tra il 2000 e il 2011 è passato dal 34,3% al 63,7% dei ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni


Suddivisione per età:
3-5 anni 17,7%
6-10 anni 56,7%
11-13 anni 82%
14-17 anni 88%


Videogiochi
tra il 2000 e il 2011 l'uso è aumentato significativamente tra i ragazzi di età compresa tra i 3 e i 17 anni
Il 65,8% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni si dichiara appassionato di videogiochi
Il 57% di loro gioca meno di un'ora al giorno
il 25% gioca da 1 a 3 ore al giorno


I giochi preferiti:
38% combattimento
29% avventura
21,5% sport
60% gioca da solo
40% si identifica con le storie del videogioco.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)