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Plos Medicine: le terapie antiretrovirali salvano mamma e figlio

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AIDS, le terapie antiretrovirali salvano mamma e figlio

Nei paesi poveri con epidemie generalizzate di HIV (prevalenza pari al 5%), l’AIDS può rappresentare un fattore di distorsione nella stima della mortalità infantile (decessi sotto i cinque anni di età). In tali paesi infatti  l’AIDS risulta essere la principale causa di morte nella popolazione adulta; è inoltre necessario tener conto della trasmissione del virus da madri infette ai loro figli. Senza terapie antiretrovirali, i bambini infetti hanno un’alta probabilità di morire durante l’infanzia, ciò introduce una forte correlazione tra i rischi di mortalità delle madri e dei loro figli.  La  review  effettuata dalla’Università di Baltimora  vuole  dimostrare come questa combinazione di fattori abbia un notevole impatto sulle stime della mortalità infantile e determinare quindi un aggiustamento delle stesse. L’approccio usato dalle Nazioni Unite NU- IGME (Inter-agency Group for Child Mortality Estimation) utilizza un modello che si serve di proiezioni generate da un particolare software Spectrum. Queste vengono combinate con i dati sulla prevalenza dell’HIV e viene prodotta  una stima del corso completo dell’epidemia. I dati input per il modello sono presi dell’output dello Spectrum, che tiene conto sia di fattori di rischio (ad es. effetti dell’HIV sulla riduzione della fertilità) che di fattori di prevenzione.  Si determina poi tramite una particolare procedura il valore di bias con cui effettuare l’aggiustamento delle stime. La prima serie di stime in cui viene utilizzato l’approccio di cui sopra per regolare i bias dovuti all’AIDS si è avuta nel 2010; gli adeguamenti sono stati effettuati in 17 paesi e 49 indagini. I ricercatori  hanno  evidenziato  così un miglioramento delle stime della mortalità infantile nei paesi con epidemie generalizzate di HIV.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)