Plos One: consumo di alcol e sonnolenza, fattori di rischio nel mettersi alla guida
Assonnati alla guida: il rischio di incidenti aumenta anche di 4 volte
A dimostrarlo è uno studio dell'Università di Genova, che sottolinea i pericoli, ancora poco conosciuti, che si corrono in una società che dorme troppo poco
LAVORO, famiglia, figli e tempo libero: ogni ambito della vita moderna ci chiede il conto a fine giornata. Con solo 24 ore a disposizione c'è da fare qualche sacrificio, e così a farne le spese sono quasi sempre quelle destinate al riposo. Aggiungiamo anche i disturbi del sonno, sempre più diffusi, e quella in cui ci troviamo a vivere è una società in cui dormire si sta trasformando in un lusso, riservato a pochi fortunati. E se può sembrare un problema minore, da combattere a colpi di caffè e riposini, la sonnolenza si trasforma invece in un rischio tangibile ogni volta che ci mettiamo alla guida. Un deficit di sonno importante infatti può aumentare la probabilità di incorrere in incidenti stradali anche di quattro volte. A dircelo è uno studio dell'Università di Genova, pubblicato di recente sulle pagine della rivista Plos One.
Lo studio. La ricerca ha coinvolto circa 950 autotrasportatori italiani raggiunti dai ricercatori attraverso l'Iveco CNH-Industrial Check Stop Project, un programma di prevenzione e informazione che ha permesso di incontrare gli autisti direttamente sulla strada. Attraverso una serie di questionari e di esami medici, i ricercatori hanno potuto esaminare il debito di sonno di ciascun partecipante, ovvero la differenza tra le ore di sonno desiderate e quelle effettivamente dormite, e mettere quindi in relazione la sonnolenza con gli incidenti e i quasi incidenti (cioè i casi in cui un autista evita un impatto all'ultimo secondo) in cui è incorso ciascun autista.
Stili di vita errati. Un risultato importante, se pensiamo che (stando ai dati Istat) dei 174 mila incidenti stradali capitati nel 2015 ben 12.180, con circa 240 morti e 17.224 feriti accertati, sono stati causati da autisti affetti da sindrome delle apnee ostruttive del sonno, la principale causa patologica per la perdita di sonno. “Non si tratta esclusivamente di malattie e disturbi del sonno – spiega Sergio Garbarino, neurologo e neurofisiopatologo del sonno dell'Università di Genova che ha coordinato la ricerca – ma anche di errati stili di vita, orari e turni di lavoro inadeguati, alcol, droghe, o altre cause che ci fanno dormire meno del dovuto, il risultato è il medesimo: una riduzione del livello di vigilanza che determina problemi in tutti gli ambiti della vita, e può risultare fatale se si è alla guida”.
Una sonnolenza latente. Il problema comunque non riguarda solamente il mondo dell’autotrasporto. Perché quella in cui viviamo, spiega l'esperto, è ormai una società di deprivati cronici di sonno. “La quantità di ore che ci servono varia da persona a persona, ma in generale oggi conviviamo tutti con una sonnolenza latente, che ci fa addormentare al primo momento di relax”, sottolinea Garbarino. “Siamo come una macchina con il minimo alto: iperstimolati da una società troppo veloce, che non ha rispetto per un'esigenza basilare della vita, come il sonno. Ma questo invadere la notte con gli impegni della giornata ha un costo: calo della concentrazione, scarsa produttività, ridotte performance psicomotorie, fatica e sonnolenza ma anche conseguenze fisiologiche come cambiamenti ormonali e del metabolismo con importanti ripercussioni sulla nostra salute”.
Sonno, alcol e guida. Al pari dell'attività fisica e di una dieta adeguata, anche dormire abbastanza andrebbe considerato tra gli elementi cardine di uno stile di vita sano. Ma troppo spesso oggi manca la consapevolezza dell'importanza del sonno, e delle conseguenze della sonnolenza. Un buon esempio arriva da un altro studio realizzato negli ultimi mesi da Garbarino, che ha indagato questa volta l'interazione tra sonno e alcol. La ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Sleep Medicine, ha dimostrato infatti che l'effetto di una sostanza alcolica sulla nostra capacità di guida dipende dalla fase del nostro ritmo di sonno/veglia in cui viene consumata.
Effetti devastanti ancora da scoprire. “La stessa quantità di alcol bevuta a orari diversi ha effetti differenti – spiega Garbarino – durante la notte l’assunzione di basse quantità di alcol che determinano un tasso alcolemico al di sotto dei limiti di legge aumenta il rischio di incidenti, molto più di quanto faccia una quantità maggiore di alcol durante le ore del giorno”. Risultati, sottolinea l'esperto, che permetterebbero di spiegare tanti incidenti che accadono di notte e restano pressoché inspiegabili di fronte a un etilometro che segnala livelli perfettamente legali. E se da un lato sembrano indicare la necessità di ripensare le attuali leggi che regolano la guida sotto l'influenza dell'alcol, prendendo magari in considerazione anche l'orario della giornata, dall'altro sottolineano senz'altro quanto ancora c'è da scoprire sui devastanti effetti che ha la carenza di sonno ha sulle nostre vite e sulla nostra salute
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.repubblica.it/salute/2017/01/18/news/assonnati_guida_rischi_incidenti-156231158/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)