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Pnas: studiata su modello animale una proteina forse implicata nella dipendenza da cocaina

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Il Monte Sinai Hospital di New York sembra aver trovato una cura per la dipendenza da cocaina.


Si chiama Parp-1, una proteina che veniva utilizzata per la cura del cancro. Lo studio è stato pubblicato su Pnas, Proceedings of the National Academy of Sciences, da Eric Nestler.


I soggetti, topi, che hanno assunto dosi costanti di cocaina, come i pazienti affetti da dipendenza, presentano una attivazione della Parp-1 nel nucleus accumbens cerebrale, che è una piccola zona situata nella parte centrale del cervello, vicina alla testa del nucleo caudato. Tale zona neuronale sembra avere relazione con i meccanismi della risata e dello scaturire del piacere, anche inteso come effetto placebo o forme di dipendenza; e sembra anche essere implicata nei meccanismi di ricompensa, e dunque atta a generare effetti di gratificazione.


Questi meccanismi di ricompensa, innescati e alterati dalla attivazione della proteina Parp-1, la cui produzione è stimolata dalla droga, provocano così la reazione di dipendenza nei soggetti.


L’esperimento che ha portato alla luce questa connessione è partito con due gruppi di topi. Il primo sottoposto a somministrazioni di cocaina nell’arco di una settimana e il secondo sottoposto a terapia di soluzione salina.


La scoperta si è rivelata immediatamente quando il primo gruppo manifestò maggiore attività della suddetta proteina.


I topi del primo gruppo presentavano dei comportamenti evidentemente differenti da quelli della settimana precedente alla somministrazione. Ad esempio mostravano una esagerata attività locomotoria. Ma più interessante è che i topi abituati in precedenza a test di auto-somministrazione attivavano più frequentemente la leva che normalmente gli consentiva di raggiungere la dose, soprattutto quando erano soggetti a bassi dosaggi. Una caratteristica che si nota anche negli esseri umani durante la cosiddetta astinenza.


Tutti comportamenti che vengono regolati dalla proteina suddetta. Infatti sottoponendo i topi del gruppo uno ad un inibitore dell’attività di Parp-1, tutte le forme di agire stravagante scomparivano.


Questo avviene perché Parp-1 è in grado di modificare la genetica cellulare innescando un processo di modifiche epigenetiche. Per individuare quali geni fossero colpiti dall’aumento di Parp-1 gli studiosi anno applicato l’immunoprecipitazione della cromatina con successivo sequenziamento dell’RNA, la ChIP-seq. Si resero così conto che la principale modifica era riscontrabile nel Sidekick-1, Sdk1, un gene di recente scoperta e semisconosciuto che permette l’adesione tra sinapsi.


(...omissis...)


Giselda Campolo


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.signoraggio.it/il-monte-sinai-hospital-di-new-york-sembra-aver-trovato-una-cura-per-la-dipendenza-da-cocaina/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)