Polemiche del movimento enologico sulle norme anti alcol
Polemiche del movimento enologico sulle norme anti alcol
Rovellotti: "Con l'etilometro avrebbero fermato anche i Mille di Garibaldi"
"Siamo stanchi di prendere botte e di venire paragonati agli spacciatori di droga, anzi peggio. Se un padre di famiglia va al
ristorante con la moglie e lo fermano all'uscita, se supera di qualche tacca sull'etilometro, magari mal tarato, si vedrà
sequestrata l'auto e dovrà spendere migliaia di euro tra multe e tasse. Un'assurdità. Lo dico in vista del 150° dell'Unità
d'Italia, se a quei tempi avessero fatto i controlli alle camicie rosse di Garibaldi fermavano pure la spedizione dei
Mille". Paolo Rovellotti, presidente della Col diretti piemontese, ed egli stesso produttore a gemme, si avventura nel
paradosso storico, ma con precisi obiettivi sul futuro. "I produttori devono ribellarsi a questo clima di proibizionismo
strisciante. Il vino non è un veleno e neppure droga. Il 40% di consumi in meno nei ristoranti lo stanno pagando tutti. E non
mi vengano a dire che quando ci sono incidenti la colpa è sempre e solo del vino. Si fa in fretta a dire ubriachi: i giovani
nelle discoteche non devono certo vino, ma trugli di ogni tipo. Educhiamoli".
Considerazioni non nuove che cercano di far superare al mondo enologico la fase del mugugno. La questione è delicata. I
problemi dell'abuso di alcol esistono così come quelli della sicurezza alla guida, ma l'impressione è che il vino sia
diventato un imputato facile.
Si muove anche il fronte scientifico. Dopo l'iniziativa dei "Vignaioli indipendenti", presieduta dal valdostano Costantino
Charrère, che contesta il metodo di analisi dell'etilometro e ne mette in rilievo la soggettività, torna alla carica anche il
prof. Attilio Giocosa, gastroenterologo all'università di Genova: "Come Osservatorio sul consumo consapevole del vino, che ha
sede a Grinzane, abbiamo messo a punto una serie di studi con riscontri internazionali. La verità è che un consumo moderato
di vino fa bene alla salute". Lo si osserva fin dai tempi del "paradosso francese" legato ai rischi della mortalità
cardiovascolare che diminuisce dove il consumo di vino è regolare. I componenti dai polifenoli agli antociali, dalle
procianidine el già famoso resveratrolo sono benefici in molte patologie, dagli effetti anti invecchiamento al diabete,
perfino (secondo studi americani) per la prevenzione del cancro. Sempre senza illudersi e tenendo conto della quantità. "Bere
poco vino è meglio che non bere affatto lo dico a ragion veduta e senza tema di smentita". Assicura Giocosa. La
controffensiva è lanciata.
S.MIR.