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Polesine: «Niente alcol durante le feste paesane»

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Oltre trenta Comuni polesani hanno partecipato ieri mattina al convegno sulle novità normative dei pubblici esercizi indetto dall'Ascom di Rovigo. Relatori il direttore Daniele Tecchiati, il direttore generale Fipe nazionale Edi Sommariva e quello regionale Angelo Luni, che hanno illustrato in termini pratici le norme relative alla programmazione comunale delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, secondo le linee guida predisposte dalla Giunta regionale del Veneto con la delibera 2982 del 14 ottobre 2008. Le direttive emanate dalla Regione impongono di valutare se l'esercizio di nuove attività «non si svolga in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recar danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana».
      «In poche parole - precisa Sommariva - sono state concesse troppe licenze e si è così venuta a creare una situazione che sta rovinando il settore della ristorazione, non tanto perché aumenta la concorrenza, quanto perché si diminuisce la qualità del servizio reso. I dati infatti confermano che la maggior parte di bar e ristoranti sta passando in mano agli stranieri, che, nonostante la buona volontà, poco sanno della cultura del cibo e dell'ospitalità che ha reso famosi i ristoratori italiani».
      Il nuovo concetto di sostenibilità sociale ed ambientale introdotto dalla Regione Veneto, dunque, si preannuncia come una valida soluzione a questo problema. «Grazie alla valutazione che i Comuni devono fare quando viene richiesta una licenza - spiega il direttore generale Fipe - si può definire, in riferimento a singole zone urbanizzate del territorio, se il rilascio delle autorizzazioni vada ad incidere negativamente sulla tutela dell'ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini».
      Altro grosso problema rilevato dalla Confcommercio è, poi, la somministrazione di bevande alcoliche anche da parte di quelle strutture che non sono classificate come pubblici esercizi. «Si sta diffondendo la cultura del bere - continuano i tre dirigenti - al di fuori dei pasti, specialmente tra i giovani. Noi siamo per un "bere responsabile" quindi non volgiamo che queste pratiche avvengano al di fuori dei pubblici esercizi, gli unici che sono regolati da normative che impediscono l'abuso di alcol». Proprio per favorire questo Tecchiati ha suggerito ai Comuni intervenuti di regolare le feste paesane in modo tale da impedire la somministrazione di bevande alcoliche: «Proprio in queste feste - spiega - a cui partecipano tantissimi ragazzi, deve prevalere la voglia di stare insieme e non essere una scusa per bere. Per questo proponiamo ai Comuni di dare il buon esempio e di vietare la vendita di alcol durante queste manifestazioni».