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Poliabuso e doppia diagnosi nelle residenzialità alcologiche ospedaliere

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Poliabuso e doppia diagnosi nelle residenzialità alcologiche ospedaliere: caratteristiche dei pazienti e dei percorsi terapeutici/riabilitativi


Introduzione
L’astensione dall’uso di alcol e sostanze psicoattive costituisce il fulcro del trattamento della Dipendenza; tale obiettivo è raggiungibile attraverso interventi medico/farmacologici, psicologici e sociali, abitualmente combinati in processi terapeutici complessi, sia in setting ambulatoriale, che residenziale e semiresidenziale (Cibin, Hinnenthal, 2012).
Tra i Disturbi da Uso di Sostanze Psicoattive i Problemi Alcolcorrelati e la Dipendenza da Alcol costituiscono, insieme con la dipendenza da nicotina, la parte più drammatica per mortalità e disabilità (Innamorati e coll., 2012: McArtney e coll., 2010), contribuendo in maniera significativa alla spesa sanitaria del mondo occidentale (Miller e coll., 1998).
In questo contesto, accanto al fondamentale apporto dei gruppi di auto-mutuo aiuto (Alcolisti Anonimi, Club Alcologici Territoriali) (Edwards, 2002; Hudolin e coll., 1994, Zavan, 2011) e a quello dei Servizi per le Dipendenze (Ser.T./Ser.D.) e dei Nuclei Operativi Alcologici (NOA), si è andato affermando il contributo delle Unità di Riabilitazione Alcologica (URA).
È questo un approccio presente da circa trent’anni in Italia che trae spunto sia dall’esperienza del “Minnesota Model” statunitense (Anderson e coll., 1999), sia dagli studi dello psichiatra croato Vladimir Hudolin (Hudolin, Corlito, 2008), sia dalle “Cliniche psicosomatiche“
tedesche e austriache (Hinnenthal, Cibin, 2011).
Sintetizzando, le caratteristiche specifiche di questo modello (che lo rende ben diverso dalle comunità terapeutiche “tradizionali”) sono:
1. Brevità del ricovero (mediamente 30 giorni).
2. Intensità dell’intervento (si opera a livello fisico, psichico, familiare).
3. Complessità dell’intervento stesso (vengono erogate
prestazioni di tipo medico, psicologico ed educativo).
4, Elaborazione di un progetto aftercare.
Questo tipo di gestione delle problematiche alcol-correlate seppure utilizzato da tempo e presente in circa venti strutture sparse per l’Italia, non era mai stato oggetto di un’analisi approfondita delle caratteristiche sociodemografiche e gestionali.
I dati qui presentati fanno parte di uno studio multicentrico che si propone di colmare tale lacuna, analizzando in dettaglio le variabili dell’utenza che afferisce alle principali unità che fanno parte del Coordinamento Residenziale Alcologico Italiano (Gruppo CORRAL, 2011).
Scopo del presente lavoro è evidenziare e discutere i dati dello studio Corral (Zambon e coll., in press) riferiti in particolare alla presenza di fenomeni di poliabuso di sostanze e di comorbilità psichiatrica, ed evidenziare le caratteristiche dei percorsi terapeutico/riabilitativi.


Tratto da: "Mission" - 37/2013 XI - I trimestre


Per leggere l'articolo completo: http://www.federserd.it/periodico/mission37.pdf


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)