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Poliassunzione: un metodo italiano per il test sul capello

Poliassunzione: un metodo italiano per il test sul capello

Da una collaborazione tutta italiana, un nuovo metodo per rilevare la presenza di più droghe in un campione esiguo di

capelli.
La poliassunzione di droghe è un fenomeno sempre più diffuso, specialmente tra i giovani ma i metodi di rilevazione di più

sostanze possono essere lunghi e non sempre in grado di rilevare droghe ricreazionali come ad esempio la ketamina. Un gruppo

di ricerca guidato dalla dottoressa Teodora Macchia dell'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con la tossicologia

Forense di Verona, ha messo a punto un metodo in grado di combinare in un'unica sequenza sperimentale più procedure

analitiche, altrimenti utilizzate separatamente, permettendo l'individuazione di più sostanze contemporaneamente.
Il metodo, pubblicato sulla rivista Analytical and Bioanalytical Chemistry, sfrutta la microestrazione su fase solida in

spazio di testa (HS-SPME) e la gas cromatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS) e, con un'unica procedura

sequenziale che prevede due successive idrolisi (acida e basica) e due derivatizzazioni (con anidride acetica e MSTFA), dopo

analisi permette di riconoscere la presenza o meno di più sostanze simultaneamente. Il test, validato per l'individuazione e

la quantificazione di amfetamine, ketamina, metadone, cocaina, cocaetilene e THC, si è dimostrato sensibile, selettivo e

specifico, anche nell'analisi di campioni di 32 soggetti volontari.
L'innovativo test rappresenta un'evoluzione importante nell'ambito della diagnostica delle sostanze d'abuso, rispondendo

all'esigenza di aspetti quali la rapidità e la possibilità di lavorare su campioni biologici di piccole quantità raccolti in

modo non invasivo