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Politiche anti-alcol: paesi UE a confronto

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Politiche anti-alcol: paesi UE a confronto
Fonte: European Centre for Social Welfare Policy and Research, Vienna.
Titolo originale e autori: Comparing European Alcohol Policies: What to Compare?-Irmgard Eisenbach-Stangl
Nel 1955 il consumo di alcol pro-capite in Italia era tra i più alti a livello europeo con circa 12 litri l'anno, mentre la Finlandia, con i

suoi 2 litri a testa, occupava virtuosamente una delle ultime posizioni in classifica. A distanza di qualche decennio la situazione sembra

essersi invertita tanto che oggi l'Italia, in fatto di consumo di alcolici, è calata notevolmente mentre la Finlandia ha superato non solo il

nostro Paese ma anche molti altri stati europei.
Questi ed altri contenuti sono al centro del documento prodotto da Irmard Eisenbach-Stangl del Centro Europeo per il Welfare Sociale. Un

testo che mira ad offrire uno scenario nel quale collocare i cambiamenti susseguitisi nei confronti delle politiche di sensibilizzazione

contro il consumo di alcolici nei diversi Pesi europei.
I fattori coinvolti sembrano essere molteplici. Secondo Eisenbach-Stangl si possono suddividere principalmente in cambiamenti indotti da

azioni pianificate ovvero studiate con disegni di legge appositamente strutturati per ridurre il consumo di alcolici, oppure legati ad azioni

non pianificate, dovute ad esempio a cambiamenti negli stili di vita della società o nell'assetto demografico (invecchiamento della

popolazione, immigrazione, ecc).
Uno dei metodi adottati per misurare la severità delle politiche anti-alcol predisposte dai vari paesi dell'UE è stata l'elaborazione di una

sorta di scala di sei livelli che li ha classificati in sottogruppi a partire dal 1955 fino al 2000. Gli interventi sono stati suddivisi in

"severi" o "soft" a seconda dell'importanza assegnata all'alcol e ai problemi correlati al suo consumo. Tra gli elementi di valutazione delle

politiche comunitarie ci sono il controllo della produzione e della vendita riportati dai monopoli di stato e dal numero delle licenze

concesse; il controllo dei limiti di età per il bere; i limiti del tasso alcolico (BAC) nei consumatori; i limiti imposti ai messaggi

promozionali e quelli sociali e ambientali ed infine le politiche pubbliche in termini di educazione prevenzione. L'obiettivo indicato dal

documento quindi, sembra essere quello di definire delle raccomandazioni per i paesi UE per contrastare il consumo di alcolici, e di

uniformare gli interventi e le regolamentazioni vigenti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)