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Pollenzo (CN): esperti a confronto per il "processo all'alcol"

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PROCESSO ALL'ALCOL


Un'aula di Tribunale, Alberto Bernardi, ex procuratore capo di Cuneo, il giudice; Edoardo Polidori, direttore del Servizio dipendenze patologiche dell'Azienda sanitaria di Forlì, la difesa; Claudio Renzetti, sociologo clinico, il pubblico ministero; l'alcol, l'imputato. Giovedì 3 maggio nei locali dell'Università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo si è svolto il "Processo all'alcol nella terra del vino": un imputato eccellente e assai noto, che dal nono secolo a.c. accompagna l'uomo.


I capi d'imputazione, mossi dal pubblico ministero, fanno perno sui gravi danni che l'alcol, sostanza psicoattiva, può creare alla salute delle persone, di chi vive vicino a loro, oltre agli innumerevoli incidenti stradali, domestici e lavorativi.


Il consumo mediterraneo lentamente va scemando e a questo si sostituiscono modi nuovi di approcciarsi alle sostanze alcoliche, che coinvolgono i giovanissimi. Le richieste dell'accusa sono l'eliminazione della pubblicità di sostanze alcoliche nelle fasce protette, il tasso alcolemico pari a zero per chi guida, la proibizione della vendita di vino e altri prodotti nei supermercati ai minori di 18 anni e la creazione di un fondo comune, grazie alla collaborazione tra produttori e consumatori, per atti di prevenzione e di cura per tutti coloro che sono vittime dell'alcol. A ciò si aggiungono alcune limitazioni per quanto riguarda la fascia oraria in cui è possibile vendere alcolici, ma anche i luoghi; l'aumento dei prezzi di alcuni prodotti potrebbe essere una soluzione per limitarne il consumo.


La difesa, rappresentata da Polidori, ha risposto a ogni attacco: non bisogna confondere ciò che è un problema da ciò che è un fenomeno, l'importanza del dosaggio è in grado di trasformare un farmaco in una droga, mentre l'uomo è in grado di autocontrollarsi; attraverso il proibizionismo si rischierebbe di ottenere il risultato contrario, ovvero un bere compulsivo e privo del piacere che da sempre ha contraddistinto le nostre terre. Sei sono stati i testimoni del processo, entrambi interrogati dall'accusa e dalla difesa; produttori vitivinicoli, medici, autorità, pubblicitari pronti a confrontarsi sull'uso, e talvolta abuso, di vino e sui danni che questo può provocare.


Una giuria composta da giovani, gestori di locali, assessori e studenti ha espresso il verdetto. Alcol, con moderazione e di qualità. L'obiettivo è di rendere facili le scelte sane, in questo modo i giovani e non solo, si devono avvicinare alle sostanze alcoliche in modo consapevole, preparati e informati ma soprattutto devono saper scegliere.

Manuela Anfosso

 

DUE DOMANDE

A Pollenzo, nella sede del "Processo all'alcol", Gazzetta ha incontrato due "testimoni": Andrea Pezzana, dietologo, per la difesa, e Roberto Burello, medico 118 di Alba, per l'accusa.


1. L'alcol può essere considerato un alimento e in che modo si deve assumerlo, dottor Pezzana?

«L'alcol è un alimento, ma nel momento in cui è inserito nella nostra dieta deve essere utilizzato con moderazione; spesso utilizzo il motto: "Se sì, con moderazione.

Il "se" dipende da molti fattori quali l'età - e non mi riferisco solo all'adolescenza ma anche alla vecchiaia -, alla propria fisiologia e alla contemporanea assunzione di altri farmaci e sostanze. Parlando di "moderazione" ci si riferisce al contesto in cui l'alcol è assunto e alla quantità: nel momento in cui vi è una esagerazione l'organismo fa fatica a gestire questa sostanza, mentre in piccole quantità e associato ai pasti esso può avere riscontri positivi per il corpo. Sono infatti attivi studi che considerano il vino rosso di ausilio nella cura dei tumori».


2. Che rapporto intercorre tra incidenti stradali e abuso di alcol, dottor Burello?

«Lavoro da più di dieci anni in ospedale, al pronto soccorso, e ritengo che stilare una percentuale in grado di collegare l'abuso di alcol agli incidenti stradali sia impossibile. Nel caso di morte sulla strada - come in quelli di danni di bassa o media intensità o di fratture - non viene effettuato alcun esame capace di rilevare il tasso alcolemico del paziente. L'indagine è realizzata solo su richiesta delle autorità o per motivi clinici. Peraltro, oggi, in Italia muoiono più giovani per abuso di alcol che per overdose da oppiacei, sostanze illegali a differenza del vino e dei superalcolici ».

m.a.

 

L'ALTRA CAMPANA

Enrico Baraldi, psichiatra e scrittore: "Inutile burlesque"

Dissente dalle tesi e dalla stessa sentenza. Enrico Baraldi (psichiatra e scrittore ferrarese, che insieme al collega Alessandro Sbarbada ha scritto i libri Vino e bufale e La casta del vino) pensa che il processo all'alcol non abbia avuto altro scopo se non quello di riproporre una cultura enoica che attraversa il nostro Paese e una cattiva informazione, sostenuta da interessi di pochi, a discapito della salute di tutti.


Spiega il medico: «Credo si tratti più di un burlesque che di una manifestazione formativa, anche perché la sentenza è già scritta. Nessuno infatti dirà le informazioni che si conoscono negli altri Paesi, cioè che il vero problema non è lo "strabere" e non sono gli alcolisti,ma è il bere, cosiddetto moderato o responsabile; sono


numerosi i bevitori che credono di non essere a rischio di conseguenze. Eppure le ricerche serie concludono che il consumo di bevande alcoliche - e non l'abuso, si badi bene - rappresenta la seconda causa di cancro evitabile, che gli incidenti del sabato sera non sono causati solo dagli ubriaconi,ma in modo maggiore, da guidatori che, verosimilmente con un tasso alcolemico nei limiti di legge, hanno tuttavia riflessi rallentati, perché questo succede già dopo il primo bicchiere».


In un Paese in cui sono troppi i bimbi che vengono al mondo con sindromi alcolico-fetali e in cui esiste una potente casta del vino, conclude Baraldi: «Proprio non capisco che senso abbia affidare la difesa del vino a un medico, quando non esiste un solo motivo legato alla salute per bere, mentre ne esistono almeno una sessantina per non bere».

Valter Manzone


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)