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Pontedera (PI): dati sull'utenza del Ser.T

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PAOLA SILVI
PONTEDERA. Cresce, anzi raddoppia, rispetto ad un anno fa, il numero degli accessi al Sert per abuso di sostanze

stupefacenti. Se alla fine del 2008 le persone che avevano bussato alle porte del servizio dell'Asl 5 della Valdera erano

446, ora si aggirano intorno alle 875. Con un incremento che vale il 96,2% e che apre uno squarcio inquietante sulla realtà

legata al consumo di alcol, droghe, tabacco, ma anche di gioco d'azzardo e farmaci. Il responsabile Milo Meini spiega l'

afflusso consistente con l'arrivo di richieste da zone limitrofe, che non fanno capo alla nostra area. «Il Sert è diventato

polo d'attrazione provinciale, non accoglie solo i residenti dell'Asl 5». Vari i motivi e le ipotesi della scelta. A

Pontedera si cura meglio che altrove oppure è più facile per un malato sconfiggere la propria battaglia personale spostandosi

lontano dal suo luogo d'origine, in un posto dove non rischia di essere riconosciuto. Dall'azienda sanitaria puntano l'

attenzione sulla crisi economica e sulle difficili congiunture sociali. «Un ipotetico fattore - si legge nel rapporto annuale

- potrebbe essere individuato nell'impoverimento che spinge gli individui già marginali verso i servizi nella ricerca di

aiuti. Si avvicinano nuovi utenti perché non riescono più a sostenere lo stile di vita legato alle sostanze». Di fatto il

Sert sta scoppiando e sono evaporati i tempi degli stereotipi e dei pregiudizi. «Siamo stati presi letteralmente d'assalto»,

traccia un primo bilancio Meini. «Un gran numero di pazienti viene da noi di sua spontanea volontà ma ci sono anche le

segnalazioni delle prefetture, delle istituzioni come la scuola o delle famiglie». Anche in questo caso la percentuale è di

quelle che fanno drizzare le orecchie. Secondo la valutazione dell'Asl, i malati in trattamento a seguito di provvedimenti

dell'autorità giudiziaria hanno subito un'impennata del 63%. I numeri parlano chiaro. Dall'adolescente al vecchio eroinomane

al professionista quarantenne che non sa come ha fatto a cacciarsi in questo guaio, le richieste continuano. Alcol,

tossicodipendenti, tabagisti e gli altri "cultori dell'eccesso". «Non dimentichiamoci - aggiunge - che si tratta quasi sempre

di patologie croniche». Tra le sostanze, per entrare nello specifico, la cocaina è la più diffusa ma reggono il passo anche

l'eroina, la cannabis e l'ecstasy. E se l'abuso di alcol caratterizza l'ultrasessantenne sono sempre più giovani i

consumatori di droga. Hanno meno di 16 anni, e nella maggioranza dei casi abbinano ai classici spinelli, la polvere bianca ed

altre miscele. «La concomitanza di più patologie da sostanze nella stessa persona - si legge ancora nella relazione dell'Asl

5 - è un rilievo sempre più frequente nei pazienti in cura al Sert. Due terzi dei quali sono affetti anche da patologie di

interesse psichiatrico e internistico». Un viaggio insomma da cui è faticoso tornare, dove la droga in qualunque forma si

voglia declinare, resta la bestia nera di sempre.