Porta Portese: tassista «recidivo» investe pedone e fugge
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Pirata della strada recidivo. Non ha perso il vizio il tassista romano di 34 anni arrestato ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Trastevere dopo che aveva travolto e ucciso in via Cesare Pascarella a porta Portese, un anziano sulle strisce pedonali. Il pirata aveva già un precedente. Lo scorso anno, in via Ienner, sempre a Monteverde, travolse una anziana che morì in ospedale dopo un mese di agonia. Era il 22 ottobre del 2008. Stessa modalità: auto a folle velocità incurante di stop e strisce pedonali.
Ma veniamo a ieri. L'anziano, 82 anni di origine inglese ma residente nella capitale da molti anni, è morto poco dopo essere stato trasportato al San Camillo. L'auto del tassista, che opera all'interno di una cooperativa capitolina, è stata però notata da alcuni passanti che hanno avvisato il centralino dei carabinieri. Sono scattati subito i controlli e i posti di blocco in tutta la zona. A quel punto il tassista, sentendosi probabilmente braccato, ha deciso di presentarsi nella caserma dei carabinieri di Monteverde, denunciando di essere rimasto vittima del furto dell'auto. I militari, allertati via radio dalla centrale operativa, si sono però insospettiti e lo hanno interrogato. A quel punto l'uomo ha confessato di aver travolto l'anziano poche ore prima. I carabinieri stanno ora verificando se il tassista fosse sotto l'effetto di alcol o sostanze stupefacenti. L'uomo è stato arrestato e accusato di omicidio colposo, oltre che di omissione di soccorso.
C'è un curioso precedente in tema. Nel 2001 un tassista che travolse due anziani rinunciò alla patente. Si chiuse così, con una singolare «rinuncia giudiziaria alla patente di guida» il caso di un tassista sottoposto a due diversi procedimenti penali per altrettante ipotesi di omicidio colposo. L'ex automobilista travolse e uccise due pensionati milanesi che stavano attraversando la strada sulle strisce. Per il primo dei due incidenti mortali, il tassista ottenne il patteggiamento. Appena un mese dopo, lo stesso imputato travolse il secondo anziano nello stesso modo. Del secondo omicidio colposo si era occupato il pm Aprile, che dopo aver scoperto il precedente, chiese e ottenne gli arresti domiciliari per il recidivo. E con un ricorso rarissimo ha poi convinto la Cassazione ad annullare il patteggiamento, giudicato troppo favorevole all'imputato.