Problematiche alcolcorrelate: i dati in Italia e in Europa
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Il contesto europeo
Ogni anno nell'Unione Europea l'alcol è responsabile della morte di 195.000 persone per un'ampia gamma di patologie e cause, che vanno dagli incidenti stradali, altri incidenti, omicidi, suicidi, cirrosi epatica, patologie neuropsichiatriche e depressione, cancro (tra cui 11.000 casi di cancro alla mammella). In particolare nell'Unione Europea è attribuibile all'alcol il 25% della mortalità giovanile tra i maschi e il 10% tra le femmine. Su 26 fattori di rischio per la salute individuati nell'Unione Europea l'alcol occupa il terzo posto, secondo solo a tabacco e ipertensione. Negli ultimi anni sia l'OMS-Regione Europea che l'Unione Europea hanno varato importanti programmi e documenti per la prevenzione primaria e secondaria delle problematiche alcolcorrelate, alla cui definizione l'Italia ha contribuito tramite la partecipazione di suoi rappresentanti ai gruppi di lavoro, alle Commissioni e alle Conferenze attivate nelle varie sedi internazionali.
Il contesto italiano
In Italia l'età del primo contatto con l'alcol risulta la più bassa d'Europa. Dati preoccupanti nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni. Alta percentuale di consumatori giornalieri (31%) tra i maschi delle classi di età medie e anziane. Presi in carico dai Servizi alcologici territoriali del Sistema sanitario nazionale 61.656 soggetti alcol dipendenti. L'Italia è un Paese in cui il consumo di bevande alcoliche, e in particolare di vino, fa parte di una radicata tradizione culturale e l'assunzione moderata di alcol è una consuetudine alimentare molto diffusa, oltre che socialmente accettata. Negli ultimi anni si stanno però diffondendo, tramite i contatti con altri Paesi europei e in particolare con quelli del Nord Europa, nuovi modelli di consumo che prevedono un uso occasionale, intenso e spesso intossicante di bevande di maggior gradazione alcolica, drinks, aperitivi e soprattutto birra. Queste modalità di consumo rappresentano la prima causa di incidenti stradali nei quali sono coinvolti i giovanissimi.
L'alcol nella popolazione generale
Tra le criticità relative al consumo di alcol nel nostro Paese vi sono:
alta percentuale di consumatori giornalieri (31%) tra i maschi delle classi di età medie e anziane, e, tra questi, alta percentuale di consumatori giornalieri eccedentari (16% della classe di età 65-74 anni);
aumento, nei ricoveri ospedalieri, della percentuale di ricoveri femminili rispetto a quelli maschili e di ricoveri delle fasce di età più giovani rispetto a quelle più anziane;
aumento percentuale delle diagnosi di cirrosi epatica alcolica nei ricoveri ospedalieri (+ 4,6% fra il 2000 e il 2004)
valore relativamente elevato del tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica e patologie croniche del fegato in relazione ad altri Paesi europei.
Nel 2006 sono stati presi in carico presso i Servizi alcologici territoriali del Sistema sanitario nazionale 61.656 soggetti alcol dipendenti, in aumento del 9,6% rispetto a quelli del 2005. Il 75% riguarda persone tra i 30 e i 59 anni; il 15% giovani al di sotto dei 30 anni.
L'alcol nella popolazione giovanile
In Italia l'età del primo contatto con l'alcol risulta la più bassa d'Europa.
I dati più preoccupanti relativi al consumo di alcol in Italia riguardano la popolazione giovanile e in particolare la fascia di età tra gli 11 e i 15 anni.
Ben il 19,5% dei giovani tra gli 11 e i 15 anni dichiara infatti di aver bevuto alcolici nel corso del 2005 nonostante sia in vigore il divieto, sancito dalla legge, di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 16 anni. Secondo i dati dell'indagine "Eurobarometro 2002" della Commissione Europea, l'Italia presenta l'età più bassa in Europa in relazione al primo contatto con le bevande alcoliche, con una media di 12,2 anni contro i 14,6 anni della media europea, immediatamente seguita da Irlanda e Austria, con 12,7 anni.
Mentre nell'ambito della popolazione generale al di sopra dei 14 anni a partire dal 1998 il numero dei consumatori di alcol appare sostanzialmente stabile (attestandosi intorno al 70%), esso appare invece in aumento fra i giovani, e in particolare fra le giovani donne fra i 18 e i 24 anni. Anche tra i ragazzi di 16-17 anni, come attesta l'ISTAT, uno su due consuma alcolici; e l'8% dei maschi di tale età consuma alcolici tutti i giorni.
Si diffonde tra i giovani il consumo di alcol al di fuori dei pasti.
Fra i giovani è molto diffuso il consumo di bevande alcoliche al di fuori dei pasti e questo rappresenta un importante indicatore di esposizione al rischio alcolcorrelato.
I consumatori giornalieri sono poco diffusi tra i giovani e rappresentano nel 2005 il 2% della popolazione al di sotto dei 18 anni.
I giovani tra i 20 e i 24 anni sono la classe di età più interessata dal consumo settimanale di alcolici fuori pasto, immediatamente seguiti da quelli tra i 25 e i 29 anni, ma il fenomeno riguarda in maniera rilevante anche i giovani tra i 18 e i 19 anni, i cui valori sono già superiori a quelli rilevati nel complesso della popolazione generale.
Fra i giovanissimi di età compresa fra 14 e 17 anni la percentuale di bevitori fuori pasto risulta praticamente raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando dal 13,4% al 24,2% tra i maschi e dal 8,0% al 16,8 % tra le femmine.
Si diffondono tra i giovani i comportamenti di binge drinking e ubriacatura Molto diffusi risultano tra i giovani maschi i comportamenti di ubriacatura con tutte le conseguenze derivanti per la salute e la sicurezza propria e altrui. Secondo l'ISTAT ammette di essersi ubriacato nel 2005 almeno una volta quasi il 50% dei giovani maschi di età compresa tra i 20 e i 29 anni ed il 14,6% di quelli fra i 18 e 19 anni.
Meno interessate a questo fenomeno sono le ragazze (il picco più alto, 3,2 %, si raggiunge nella classe di età 18-19 anni ).
Ammette di essersi ubriacato almeno una volta anche il 3,2% dei giovani maschi di età inferiore a quella legale per la somministrazione di bevande alcoliche (16 anni).
Il 12,6% dei giovani maschi tra i 20 e i 24 anni associa ai comportamenti di ubriacatura anche il consumo di alcolici fuori pasto, esponendosi in tal modo a un rischio particolarmente elevato.
L'ISTAT ha rilevato in un'indagine del 2006 che soprattutto nei più giovani l'associazione di consumi fuori pasto e di comportamenti di ubriacatura si correla a una più assidua frequentazione delle discoteche.
Crescono nel tempo i giovani utenti dei servizi pubblici per l'alcoldipendenza (settore alcologico dei SERT).
Il fenomeno della diffusione dell'abuso giovanile è ben rappresentato anche dalla percentuale di giovani alcoldipendenti in carico presso i servizi sociosanitari per l'alcoldipendenza.
Come emerge dai dati rilevati dal Ministero della Salute, nel 2005 i minori di 20 anni rappresentano lo 0,7% dell'utenza (contro lo 0,6% del 2004) e i giovani fra i 20 e i 29 anni ne rappresentano l'11% (contro il 9,8% del 2004).
Nel 2005 il 17% dei nuovi utenti ha meno di 30 anni.
Gli utenti di età fra i 20 e i 29 anni sono quelli che crescono maggiormente nel tempo rispetto alle altre fasce di età a partire dal 1996, con maggiore evidenza per i nuovi utenti di tale età, che passano dal 10% del 1996 al 15,7% del 2005.
L'incidente stradale è prima causa di morte tra i giovani fra i 21 e i 29 anni In Italia la mortalità per incidente stradale viene stimata come correlata all'uso di alcol per una quota compresa tra il 30% e il 50% del totale degli incidenti. Assumere una quantità di alcol anche relativamente limitata può essere molto pericoloso per la guida e in Italia il limite legale di alcolemia per chi guida è stato portato, in attuazione della legge 125/2001, dallo 0,8 allo 0,5 per mille.
Nell'anno 2006 sono stati rilevati dall'ISTAT 238.124 incidenti stradali che hanno provocato 5.669 morti e 332.955 feriti.
Nel periodo 2000-2006 si è verificato un decremento del 7,2% del numero degli incidenti, del 7,5% dei feriti e del 19,7% dei morti.
Nonostante questo miglioramento della situazione, in Italia il tasso di mortalità per incidente stradale, pari a 95 morti ogni milione di abitanti, è quasi doppio rispetto a quello di Paesi come Gran Bretagna, Olanda e Svezia , dove il tasso è pari a 50 morti per milione di abitanti.
I conducenti della fascia di età tra i 25 e i 29 anni (con 452 morti e 31.451 feriti ) e tra i 30-34 anni (con 457 morti e 31.259 feriti) sono quelli più colpiti dagli incidenti stradali. La mortalità è molto elevata anche fra i conducenti di 21-24 anni (379 morti e 24.302 feriti). Negli incidenti notturni si verifica il più alto indice di mortalità, con un valore massimo intorno alle 5 del mattino.
Particolare allarme suscita l'elevata percentuale di incidenti notturni del venerdì e sabato, data l'elevata correlazione stimata tra questo tipo di incidente stradale e l'abuso di alcol o altre sostanze d'abuso, soprattutto da parte dei giovani.
Gli incidenti del venerdì e sabato notte nel 2006 hanno rappresentato il 44,6 % del totale degli incidenti notturni, ed i morti e feriti in tali incidenti rappresentano, rispettivamente, il 46,1% ed il 47,1% del totale degli incidenti notturni.
Da un recente studio ISTAT (2006) risulta che alcuni comportamenti di consumo a rischio (consumo di alcolici fuori pasto e binge drinking) sono più frequenti tra coloro che frequentano le discoteche e luoghi in cui si balla, sia per i maschi che per le femmine. I dati ISTAT ci dicono che gli incidenti derivanti da un alterato stato psicofisico del conducente (malore, sonno, uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, ebbrezza da alcol), che rappresentano nel 2006 il 2% del totale di tutte le cause di incidente stradale nell'anno ed hanno spesso conseguenze molto gravi, coinvolgono spesso i giovani. Nell'ambito delle cause di incidenti derivanti da alterato stato psicofisico l'ebbrezza alcolica ha rappresentato nel 2006 il 70,1 % del totale, con 4.246 casi rilevati. Gli incidenti correlati a stato di ebbrezza alcolica si verificano in percentuali simili nelle strade urbane ed extraurbane, con una lieve prevalenza in quelle urbane. Nel periodo 1.1.2007-1.1.2008 la Polizia Stradale ha comminato in totale 31.521 sanzioni per guida sotto l'influenza dell'alcol, di cui 5.750 in autostrada e 25.771 in strade statali, regionali, provinciali e comunali.
Fonte: D.G. Prevenzione sanitaria