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Problematiche cardiovascolari: una valutazione dei fattori di rischio

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a cura di Luisa Mosello


Il lavoro che non c'è, i conti da pagare, il futuro incerto. Tutti colpi al cuore. Letteralmente. Ne sono certi i medici

della Società Italiana di Cardiologia, che al loro 71° congresso hanno lanciato un appello anche alla classe politica: meglio

abbassare i toni, perché anche l'ansia da scandali ed elezioni può scuotere il sistema cardiovascolare. Questo stress

emergente si aggiunge ad altri fattori di rischio più noti (ipertensione, fumo, alcol, colesterolo, diabete, obesità) e può

far peggiorare lo stato di chi già è malato. Oppure può innescare aritmie e crisi cardiache, arrivando all'infarto.
I più colpiti da quelle che sono state inserite nell'Atlante delle malattie cardiache dall'Organizzazione Mondiale della

Sanità, sono i manager. Ma lo sono anche i tanti titolari di partite IVA, e poi impiegati, operai, pensionati. «Negli ultimi

40 anni la mortalità si è ridotta, grazie a trattamenti come la rivascolarizzazione o le terapie per lo scompenso cardiaco e

al controllo della pressione arteriosa», ha spiegato Paolo Marino, presidente della SIC. «Di fronte ai nuovi fattori di

rischio, legati alla crisi economica, siamo però ancora impreparati, anche se qualcosa si è fatto. Come la legge antifumo nei

locali pubblici e le metodiche di prevenzione contro lo stress».

ALCUNE CIFRE

Il 40% dei decessi nei Paesi occidentali è provocato da malattie cardiovascolari, specie infarto e ictus.

20 studenti su 100, dice una ricerca a Roma, hanno "familiarità" cardiovascolare