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Processi cognitivi e dipendenza: le nuove frontiere della ricerca

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Processi cognitivi e dipendenza: le nuove frontiere della ricerca

Giovedì 2 maggio, la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza ha ospitato Reinout Wiers, per condurre il seminario "Processi cognitivi impliciti e sviluppo di disturbi da uso di sostanze e problemi connessi: nuove prospettive ed interventi".


Reinout Weirs, professore di Psicopatologia dello sviluppo all'Università di Amsterdam, ha presentato un resoconto delle ricerche da lui condotte sul rapporto tra processi cognitivi impliciti e dipendenza.


Negli ultimi anni, la ricerca ha dimostrato che attraverso la valutazione dei processi cognitivi impliciti è possibile prevedere, in modo efficace, i comportamenti di dipendenza. Ci si chiede, quindi, se si possano modificare le cognizioni implicite e come questi cambiamenti possano influenzare il comportamento dell'individuo.


Trattando dei principali problemi connessi alla dipendenza dal consumo di sostanze quali l'alcol e la droga, Wiers definisce la dipendenza come un conflitto tra l'impulsività e la riflessione, tanto da giungere a distinguere tra due tipi di bevitori: gli "impulsive drinkers" e i "reflective drinkers".


È stato dimostrato che droga e alcol influiscono negativamente sullo sviluppo e sulla gestione del controllo, sulla definizione dei nostri obiettivi di vita, e in particolar modo sulla nostra motivazione. Bere, inoltre, abbassa la nostra capacità di memoria operativa.


I suoi test, condotti soprattutto sui giovani bevitori di alcol, hanno evidenziato che subito dopo aver consumato alcolici, si genera una forma di aggressività tendente sia a ridurre il controllo cognitivo che ad aumentare il processo appetitivo, quindi l'impulsività.


Wiers sottolinea l'esistenza di una profonda e intima correlazione tra la motivazione e il controllo. Ed questo ciò che sta riuscendo ad avvalorare grazie ai risultati prodotti dai suoi recenti studi sperimentali.


Il Programma di allenamento al controllo attenzionale dell'alcol (AACTP) mira a rendere i bevitori di alcol consapevoli delle determinanti cognitive del loro bere e si propone di aiutarli a ottenere il controllo su tali processi. A essi può essere insegnato ad attivare automaticamente la capacità di auto-controllo di fronte alla presenza di "segnali di alcol".


Le ricerche hanno mostrato che un bias attenzionale (ossia un cambiamento nella distribuzione dell'attenzione che consente di focalizzarsi su un particolare stimolo ambientale) sull'alcol può essere alterato grazie ad un allenamento attenzionale: bevitori pesanti, addestrati a non partecipare agli stimoli alcolici, hanno mostrato un minore desiderio di bere.


I promettenti risultati dei test condotti da Wiers lasciano pensare che, dopo un ulteriore affinamento, queste procedure potranno trasformarsi in applicazioni cliniche, affrontando, finalmente, i processi cognitivi impliciti.


Federica Zaino


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)