Proibire l'alcol peggiora l'alcolismo
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Proibire l'alcol peggiora l'alcolismo
a cura di Tommaso Canetta
Perché stupirsi che gli under 18 abbiano inventato un nuovo modo di bere? Il binge drinking consiste nell'ingurgitare
sistematicamente diversi tipi di alcolici, possibilmente in ordine sparso e, perché no, a stomaco vuoto.
Cosa spingerà mai questi maledetti giovani a comportarsi in modo tanto assurdo?
Sicuramente da un lato la voglia di ubriacarsi. Ma, se non siamo in vena di moralismi, non è che questa sia esattamente una
piaga moderna.
La vera novità è la fretta con cui si beve, il totale disprezzo per il gusto degli alcolici, per il piacere di associare un
buon vino ad un buon piatto, o due alcolici tra loro. Da dove nasce questa visione gretta e, tra l'altro, molto meno
gratificante dell'alcol?
Se guardiamo all'estero, forse possiamo trarre qualche utile indicazione per l'Italia. In America è assolutamente normale la
cultura del binge drinking. I giovani devono bere in fretta perché il consumo di alcolici è illegale fino ai 21 anni e le
sanzioni sono piuttosto severe. Allora meglio sballarsi in casa, il più in fretta possibile, e nel modo più pesante, perché
un bicchiere di vino al ristorante, una birra dopo cena, un aperitivo o un cocktail al pub sono proibiti.
Azzardiamo un'ipotesi. Non sarà che le recenti politiche punitive nei confronti del consumo di alcolici, non associate ad una
prevenzione che si basi su informazione ed educazione, hanno fatto più danni che altro? Non sarà che stiamo "americanizzando"
una cultura, la nostra, che ha storicamente un diverso approccio al consumo di alcolici?
Probabilmente siamo di fronte all'ennesima dimostrazione che proibire non è solo inutile, ma controproducente. Se
continueremo ad ignorare gli insegnamenti della Storia e a perseguitare i giovani come se fossero animali di un'altra specie
(invece di provare ad educarli e insegnargli, perché no, anche a bere ed a godersi i piaceri dell'alcol) avremo tante belle e
giuste bandiere da sventolare su un campo disseminato di vittime del nostro cieco moralismo.