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Psiche, media e social network: le notizie su omicidi e morti sono quelle più lette, perchè?

Psiche, media e social network: le notizie su omicidi e morti sono quelle più lette, perchè?


“Psiche, media e social network”: Le notizie su omicidi e morti sono quelle più lette. Perchè?

Torna oggi il secondo appuntamento con “Psiche, media e social network”, un viaggio nel mondo della psicologia, che andrà a spiegare, grazie alle risposte della psicologa e psicoterapeuta, dottoressa Alessia Saccucci, alcune dinamiche riguardanti la psiche umana. Il riferimento va a quello che accade nel mondo, all’uso dei Social Network e, soprattutto, alla loro reazione/interazione. Domenica scorsa, nella prima rubrica è stata data una risposta alla domanda: “Le notizie di cronaca nera come incidono a livello psicologico nell’interesse delle persone?”


Le notizie su omicidi e morti sono quelle più lette. Perchè?

“Per rispondere a questa domanda – spiega la dottoressa Alessia Saccucci – bisogna parlare del concetto di ‘arousal‘: questo meccanismo è una condizione temporanea del Sistema Nervoso in risposta ad uno stimolo significativo (che può essere di intensità variabile), caratterizzato da un maggiore stato di vigilanza e di reazione agli stimoli esterni. È, in sostanza, l’attivazione fisiologica che accompagna le nostre emozioni.

La condivisione di informazioni e di storie è in parte guidata dall’arousal: quando le persone sono fisiologicamente attivate, a causa di stimoli emotivamente significativi, viene attivato il Sistema Nervoso, che dà un impulso alla sua trasmissione a livello sociale. In poche parole, se un messaggio risulta emotivamente pregnante, ci sono più possibilità che venga condiviso sui social network, ad esempio. Gli studi sull’argomento, oltre a rivelare che l’attivazione emotiva risulta centrale nella condivisione sociale, hanno inoltre evidenziato un meccanismo interessante: l’arousal conseguente ad emozioni di rabbia o ansia porterebbe ad un aumento della condivisone, mentre l’arousal correlato alla tristezza ne diminuirebbe la probabilità.

Possiamo ipotizzare che questo avvenga in quanto le prime due emozioni sono più accettate socialmente e risultano essere meno intime e meno ‘profonde’, meno legate alle nostre fragilità. In un recente studio pubblicato su Psychological Science, è emerso che emozioni caratterizzate da un alto livello di arousal e di propensione all’azione come la rabbia, il divertimento o la paura, sono più frequentemente associate alla condivisione di storie ed informazioni.

Questo non avviene con emozioni come la tristezza o la soddisfazione, in cui abbiamo un basso livello di arousal e una scarsa attivazione comportamentale. In conclusione quindi, se qualcuno ci fa arrabbiare o spaventare (piuttosto che farci provare tristezza) siamo più propensi a condividerlo con amici e parenti, anche su un social network come Facebook”.

I Social Media possono rappresentare nuove opportunità in molti settori, bisogna però essere consapevoli che sono anche in grado di creare nuovi problemi e comportamenti disfunzionali. Grazie a Facebook, o Twitter, infatti, l’utente può interagire esprimendo la propria opinione su qualsivoglia notizia venga pubblicata. Prima questo non avveniva ed i commenti erano rivolti alla televisione. Spesso, oggi, le risposte ai commenti sui social dimostrano, invece, quanto l’odio, l’intolleranza, la mancanza di rispetto, l’essere “leoni da tastiera”, stiano modificando completamente il modo di relazionarsi virtualmente agli altri, soprattutto agli sconosciuti. Spesso le risposte fornite vanno più a sottolineare eventuali punti critici e fonte di possibile malessere in quanto la prevenzione in questo campo risulta essere fondamentale per riuscire a fare un uso consapevole e proficuo di questi potenti strumenti a nostra disposizione. Ovviamente le conseguenze (tanto quelle positive che quelle negative) rispetto all’uso dei Social Network dipendono molto dalle nostre risorse e caratteristiche personali e dalla qualità e quantità del nostro tempo speso utilizzandoli.

 

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lostivalepensante.it/2015/09/13/psiche-media-e-social-network-le-notizie-su-omicidi-e-morti-sono-quelle-piu-lette-perche/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)