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Psychopharmacology: studio su metilfenidato e tabagismo

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Fumo: per smettere no al metilfenidato in pazienti con deficit di attenzione

Il metilfenidato, uno stimolante del sistema nervoso centrale che blocca i trasmettitori della dopamina, è un farmaco comunemente prescritto

per problemi comportamentali associati con il deficit di attenzione e disturbi da iperattività (ADHD). I risultati di studi precedenti

suggeriscono che questo farmaco aumenta il desiderio di fumare in soggetti senza diagnosi psichiatriche mentre non è ancora noto se aumenti il desiderio nei pazienti con problemi di deficit dell'attenzione o disturbi di iperattività.
Un team di ricercatori della University of Kentucky ha realizzato uno studio su un campione di nove fumatori che non avevano intenzione di

smettere di fumare e che avevano avuto una diagnosi di ADHD ma non di altri disturbi psichiatrici, a parte la dipendenza da nicotina.

Reclutati attraverso un annuncio sul quotidiano, i pazienti dovevano rispondere a specifici requisiti: che fumassero tra le 10 e le 20

sigarette al giorno, che non avessero assunto farmaci psicotropici negli ultimi due mesi, che non avessero disturbi fisici o psichiatrici, a

parte l'ADHD, e che non avessero controindicazioni mediche all'assunzione di farmaci stimolanti. Ogni dose di metilfenidato è stata testata

una volta mentre il placebo è stato testato due volte. Un'ora dopo aver ingerito la sostanza, ai partecipanti è stato concesso di fumare

senza limiti per quattro ore. Dall'analisi dei dati raccolti, è emerso che il metilfenidato ha aumentato il numero totale di sigarette fumate

e i livelli di monossido di carbonio mentre ha diminuito le quantità di cibo consumato da parte dei pazienti e l'apporto calorico. Questi

risultati, concludono i ricercatori, suggeriscono che il metilfenidato, somministrato in maniera acuta, aumenta la quantità di sigarette

fumate nei pazienti con ADHD.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)