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Pubblicità ingannevole: il gioco d'azzardo paragonato ad un antidepressivo

Pubblicità ingannevole: il gioco d'azzardo paragonato ad un antidepressivo

Lo scorso aprile una campagna pubblicitaria in favore del gioco d'azzardo ha diffuso uno spot televisivo dove una donna, le

cui fattezze erano nascoste da elaborazioni grafiche molto colorate, descriveva la soddisfazione ed il piacere del gioco, che

le faceva produrre serotonina.
L'Avvocato Donatella Mazza segnalò il caso come una violazione delle norme a tutela del consumatore, sia all'Antitrust che

all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicità: "E' evidente - sosteneva l'avvocato - l'intento dello spot di associare

l'attività del gioco d'azzardo alla felicità, alludendo agli antidepressivi, parlando espressamente di serotonina".
Ora l'Istituto dell'Autodisciplina della Pubblicità, ha pronunciato la contrarietà dello spot al Codice di Autodisciplina

della Comunicazione Commerciale e ha emesso un provvedimento nel quale si legge: "Il gioco è utile e necessario, se

fisiologico e naturale, ma è noto che può essere fonte di patologia. Richiede pertanto una comunicazione improntata al senso

di responsabilità, che obiettivamente manca nei messaggi in questione, impostati sull'apodittica esaltazione delle sensazioni

positive che può regalare una vincita come se non esistesse la possibilità di una deriva patologica del gioco [...] Inoltre,

si ricorda che lo spot televisivo contiene anche altre affermazioni, anch'esse contestate nell'ingiunzione: "Io gioco perché

ho un bisogno e necessità dell'ormone della felicità: la serotonina. Mi fa eccitare la vincita".
Lo IAP sottolinea, ancora, come il gioco d'azzardo nella sua forma patologica è una delle prime forme di ‘dipendenza senza

droga' individuate dalla psicologia e dalla psichiatria: "si configura come un problema caratterizzato da una graduale

perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che finisce per assorbire, direttamente o

indirettamente, sempre più tempo quotidiano, creando problemi secondari gravi come dipendenza, ossessione, ripetitività".
"Anche se nel frattempo la pubblicità è stata sospesa, la pronuncia dello IAP è importante perché sottolinea la necessità, in

un settore delicato come il gioco online, di prestare attenzione ai messaggi ed alla banalizzazione dei contenuti. La

decisione dello IAP costituisce quindi un punto di riferimento perchè le future iniziative pubblicitarie di questo settore

tengano conto di queste linee guida, affinchè il gioco possa restare un divertimento e la comunicazione possa essere sempre

attenta e responsabile." - ha dichiarato l'Avv. Donatella Mazza.