Quanto vino si può consumare?
Quanto vino si può consumare?
Lettere al giornale
Nel dibattito di questi giorni sul problema dei 220 mila ettolitri di vino invenduto è mancato un dato importante: la
previsione sui futuri consumi di vino. A meno che non si voglia continuare a "rottamare" il vino invenduto, dovrebbe essere
importante rapportare la produzione alle previsioni di vendita.
Nel tempo di una generazione, siamo passati dai 110 litri pro-capite all'anno agli attuali 43. Secondo l'Assoenologi nel 2015
dobbiamo attenderci un livello di consumo interno sotto la soglia dei 40 litri. Molti segnali ci indicano che nel lungo
periodo si berrà ancora meno. Personalmente credo che il consumo di vino scenderà e si stabilizzerà al di sotto del livello
del consumo di birra (30 litri).
L'uso, anche moderato, di vino è sempre più incompatibile con la maggior parte delle attività e sempre più si stanno
prendendo provvedimenti per limitarne il consumo. Qualche giorno fa la provincia di Trento ha vietato qualsiasi tipo di
somministrazione di alcolici ai minorenni e offrendo, nello stesso tempo, degli incentivi economici per i locali che
rinunceranno a venderli. Il limite si alcolemia consentito alla guida dovrebbe passare a 0,2 come indicato dalla
Organizzazione mondiale della sanità. Non manca molto che i veicoli avranno in dotazione degli etilometri che bloccano
l'avviamento i caso di positività (in Svezia saranno obbligatori dal 2012). Gli alcolici responsabili del dieci per cento di
tutti i tumori. Si fa sempre più strada la consapevolezza che anche consumi moderati comportino dei rischi. È sufficiente
digitare le parole vino, cancro, seno su qualsiasi motore di ricerca, per averne conferma.
I fattori che influenzano il consumo di vino non sono modificabili dalle politiche agricole. È forse più utile che il mondo
agricolo si confronti con dei dati concreti, senza dare ascolto agli intellettuali con l'hobby dell'agricoltura che parlano
di valori, cultura e territorio. Se, come sembra, arriveranno milioni di euro per la distillazione di crisi, sarebbe almeno
utile che fossero vincolati ad una consistente riduzione della produzione.
Roberto Argenta