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News di Alcologia

Quarantenni col vizio del bere

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Spesso si tratta di single, separati o vedovi. Solo un individuo su cinque è donna. Sono circa mille i pazienti seguiti dal Servizio alcologico della Asl.
RIETI - Raggi X sull'abuso di alcolici. La situazione nel Reatino è sotto osservazione da parte del servizio mirato della Asl
È un universo complesso quello dell'alcolismo, una malattia a volte difficile da comprendere, che attraversa differenze di genere, di età e di estrazione sociale. Questo il quadro che emerge consultando i dati del servizio alcologico della Asl di Rieti, diretto dal dottor Angelo Giuliani, che al momento assiste circa mille utenti. Tra i pazienti seguiti spicca sicuramente il numero degli uomini, con un rapporto maschio - femmina che è di cinque a uno. Quanto all'età, la fascia più rappresentata andrebbe dai 35 ai 55 anni, anche se nell'ultimo periodo la media sembra abbassarsi, in linea con la tendenza nazionale. Ben rappresentate, all'interno del servizio alcologico, alcune categorie specifiche: single, vedovi, separati. Un dato che conferma come spesso il problema della dipendenza da alcol si leghi ad altri fattori emotivi, ad esempio la solitudine e la depressione. Ad avere problemi di alcol sarebbero poi, in maniera particolare, ex tossicodipendenti e poliassuntori di sostanze. Ancora persistente il forte legame tra l'alcolismo e la malattia psichiatrica: "L'uomo spesso beve quando ha disturbi bipolari - dice il dottor Giuliani - mentre l'alcolismo al femminile è caratterizzato da un'impronta prettamente depressiva". Ma i dati del servizio alcologico rompono di fatto lo stereotipo dell'alcolista senza lavoro, solo ed emarginato: gli utenti, dicono dal servizio alcologico, lavorano più o meno tutti e hanno un'istruzione media corrispondente alla scuola media superiore. Questa la fotografia sull'alcolismo scattata sulla base della composizione dei pazienti del servizio alcologico. Rimangono però fuori dall'analisi tutti coloro che non frequentano questa struttura, ma che comunque abusano di alcol. Un grande punto di criticità è sicuramente la scarsa percezione del problema: "Deduciamo ciò - spiega il dottor Giuliani - non solo dall'età media dei nostri pazienti ma dal fatto che pochi arrivano perché inviati dai medici generici". Molte le persone che giungono al servizio alcologico dall'ospedale e nello specifico dal dipartimento di salute mentale, dunque quando il problema è già ben radicato. Minima la percezione tra il popolo dei giovanissimi, che si ritrovano di fatto ad abusare di una sostanza, magari in maniera sporadica, di cui sottovalutano i rischi. Una tesi che si incrocia con la triste statistica italiana che vede proprio nell'abuso di alcool la prima causa di decesso tra la popolazione giovanile. Un altro è il dato allarmante a livello nazionale: sempre più precoce in Italia il primo bicchiere, consumato tra gli 11 e i 12 anni, contro una media europea di 14 anni. Un utilizzo particolare quello che i giovani fanno dell'alcol: secondo il dottor Giuliani, lo utilizzerebbero principalmente come apripista per comportamenti trasgressivi o magari per modulare l'effetto di altre sostanze ma sempre per aggiungere un pizzico di imprevedibilità. La scarsa percezione del problema nei giovani si riflette anche all'interno del servizio alcologico reatino: la fascia giovanile sarebbe poco rappresentata. Tra i 54 nuovi utenti del 2008, infatti, solo 6 avrebbero dai 20 ai 29 anni, mentre 14 dai 30 ai 39, 11 dai 40 ai 49, 14 dai 50 ai 59 e 9 oltre i 60. Ecco allora la grande sfida: "Sensibilizzare medici generici e opinione pubblica, affinché non ci si ritrovi ad affrontare un problema quando lo stato è già grave". Il campanello d'allarme è più o meno chiaro: "Quando all'alcol si chiede qualcosa di più del semplice piacere del momento - sostiene Giuliani - c'è un problema". L'alcolismo di può vincere. La cosa più importante è sicuramente acquisire coscienza della propria malattia, perché l'alcolismo è una vera e propria malattia da dipendenza, spesso però non vissuta in maniera serena. È possibile per chiunque, in forma anonima, prenotare telefonicamente una visita nei locali di via Salaria per l'Aquila, 36, ai numeri 0746/278922 o 0746/278921 : non serve nessun tipo di prescrizione. Grazie a un progetto regionale sono inoltre stati attivati alcuni centri di consulenza in provincia e nello specifico ad Osteria Nuova, Antrodoco e Sant'Elpidio. Un modo per facilitare il contatto nel territorio
Francesca Dominici