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News di Alcologia

Queensland University: malattie cardiovascolari e fattori di rischio

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Alzarsi dalla scrivania ogni tanto, andare al bagno al piano superiore - utilizzando le scale e non l'ascensore - parlare al

telefono, di tanto in tanto, stando in piedi, e rimanere in piedi anche durante le riunioni: piccoli accorgimenti da tenere

durante l'orario di lavoro, spiegano i ricercatori australiani della School of Population Health della Queensland University

guidati da Genevieve Healy, per contrastare l'insorgenza dei problemi cardiaci.
Praticare sport quotidianamente sarebbe l'ideale, spiegano i ricercatori, ma per contrastare gli effetti nocivi sul cuore

basterebbe davvero poco: alzarsi ogni tanto dalla scrivania - e dal divano quando si poltrisce a casa - potrebbe dar vita a

benefici salutari di notevoli dimensioni con poco sforzo. La ricerca, pubblicata sull'European Heart Journal, mette inoltre

in evidenza che le persone che interrompono più frequentemente lo star sedute hanno il girovita più sottile di circa 4

centimetri rispetto a chi rimane più tempo seduto senza muoversi.
Lo studio, condotto su 4.757 persone di età superiore ai 20 anni (età media 46 anni) esaminate tra il 2003 e il 2006, ha

messo in evidenza che coloro che si alzavano più spesso avevano livelli più alti di colesterolo "buono" (HDL), più bassi

livelli di trigliceridi e livelli inferiori della proteina C-reattiva, un marker di ostruzione delle arterie. E i risultati,

spiegano i ricercatori, sono stati confermati anche dopo l'aggiustamento per altri fattori di rischio come fumo, alcol e

obesità.
Ai volontari è stato fatto indossare un accelerometro per monitorarne i movimenti: ed è emerso che, in media, hanno speso 8,4

ore del loro tempo seduti alzandosi 92 volte, una ogni 5,5 minuti. Tuttavia hanno mostrato una gamma molto ampia di attività:

il tempo trascorso in modo sedentario variava da 1,8 a 21,2 ore, mentre il numero delle interruzioni variava da 14 a 180. "La

nostra ricerca mette in evidenza l'importanza di considerare la sedentarietà prolungata come un rischio specifico per la

salute che, in futuro, dovrà essere preso in considerazione dalle linee guida della sanità pubblica"