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Quei piccoli passi per legalizzare le droghe...

Quei piccoli passi per legalizzare le droghe...

QUEI PICCOLI PASSI PER LEGALIZZARE LE DROGHE
I provvedimenti presi in Messico e negli Stati Uniti sono solo esperimenti. Ma servono ad aprire una discussione aperta, matura e senza pregiudizi


Chi è rimasto ad opporsi a un dibattito aperto sulla legalizzazione delle droghe? Perché? E con quali argomentazioni? Ho detto «dibattito aperto sulla legalizzazione» e non semplicemente o direttamente “legalizzazione”, perché prima ancora di poter legiferare - o addirittura pensare di farlo - su un tema tanto complesso, c’è bisogno di avviare un dibattito maturo e scevro da condizionamenti e da giudizi personali.


Si oppone al dibattito chi non ha consapevolezza dell’entità reale del mercato di stupefacenti. Chi ritiene ci sia un’altra strada per debellare il problema. Chi ritiene che parlarne non porti beneficio alla propria carriera (spesso politica). Chi interpreta i dati diffusi dalle forze dell’ordine sugli stupefacenti senza tener conto che spesso quelle cifre riguardano solo quantità di droga sequestrate e non quelle realmente prodotte e immesse sul mercato.


Nelle ultime settimane si è molto discusso del no dell’Ohio all’“Issue 3” che avrebbe legalizzato il possesso e la vendita controllata di marijuana, nonché la possibilità per ciascun adulto di poterne coltivare in proprio fino a 4 piante. Su questa proposta nutrivo dubbi, dal momento che solo dieci società si sarebbero occupate di coltivare cannabis e gestirne la commercializzazione. Sarebbe stato di fatto un nuovo monopolio di certo non criminale, ma che non avrebbe comportato la presa di coscienza istituzionale e collettiva sul consumo di marijuana.


La legalizzazione risolve il problema della sua gestione mafiosa solo quando produzione e vendita vengono monitorate insieme ai ministeri della Sanità che potranno studiarne l’incidenza sulla salute pubblica. Si tratta di esperimenti, ecco quello che nessuno dice, ma di esperimenti necessari, perché quanto fatto sino a ora è stato inutile, controproducente, oneroso per la salute pubblica, gravoso per le carceri e ha di fatto alimentato le casse del narcotraffico mondiale. Affidare produzione e vendita a privati avrebbe di fatto deresponsabilizzato il settore pubblico e la legalizzazione sarebbe stata solo un affare per pochi e non una crescita per la collettività.


Sul versante opposto, invece, la sentenza della Corte Suprema di Città del Messico che ha, con quattro voti su cinque, votato a favore del ricorso depositato dalla Smart (Società messicana di autoconsumo responsabile e tollerante) riconoscendo il diritto di seminare, coltivare e fumare cannabis, ma non la compravendita dei semi. E questo ultimo aspetto ha motivato l’unico voto contrario, ovvero l’illogicità di poter coltivare ma non acquistare i semi.


Inutile fingere, tutto ciò che riguarda la legalizzazione delle droghe non segue e non può seguire un percorso lineare. Non può farlo perché i passi avanti sono conquiste, sono strappi. Sono lacerti di leggi rubati, troppo spesso grazie alla lungimiranza e all’intelligenza di singoli individui più che a una maturità reale del dibattito.


(...omissis...)


Roberto Saviano


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2015/11/11/news/quei-piccoli-passi-per-legalizzare-le-droghe-1.238288


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)