Quero: «Per prevenire abusi serve la cultura della legalità»
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Erano in tanti all'incontro organizzato al "Caffè Centrale" per il faccia a faccia con l'ispettore Varrasso della Questura di Belluno. Molte le domande del pubblico e i quesiti posti al funzionario anche da parte dei giovani
IL GAZZETTINO 22 Giugno 2009
Prevenzione e lotta all'illegalità. È questo il tema portante degli incontri organizzati dai comuni di Quero, Vas e Alano di Piave. Così dopo aver ospitato il mese scorso il dottor Paolo Bello dell'ULSS1 che aveva parlato di "vecchie droghe e nuovi fenomeni" è stato ancora il "caffè Centrale" l'altra sera faccia a faccia con l'ispettore Pierpaolo Varrasso della Questura di Belluno che ha parlato di "Giovani e Legalità - droghe e alcool: fattori di rischio e comunicazione con i ragazzi". «educare alla legalità significa promuovere l'adesione responsabile della persona ai valori della vita democratica, alle leggi, alle regole costituzionali ai fini di una solidale crescita della convivenza civile». L'incontro, durato quasi 3 ore, ha fortemente coinvolto il pubblico presente fra cui parecchi giovani, grazie alla capacità del relatore di provocare e, al tempo stesso, di dare sempre risposte ai molti interrogativi posti.
Varrasso ha parlato della figura del poliziotto di quartiere voluto per creare un rapporto diretto con il cittadino. «L'agente di quartiere - ha sottolineato - fa parte di un lento processo tendente a far capire che per eliminare la delinquenza non serve aumentare la polizia sulle strade ma che va repressa attraverso un'attività culturale a priori. Chi delinque ha spesso alle spalle una famiglia che pone in essere una condotta al di fuori della legalità ed è per questo che per combattere la delinquenza bisogna trasmettere alla base (scuola e famiglia) una cultura della legalità». Varrasso si è poi rivolto direttamente ai giovani e ai loro genitori spiegando che è importante porre delle regole e sanzionarne il non rispetto. «Regole e sanzioni - ha più volte ribadito - devono far parte della normale vita quotidiana». Altro tema affrontato è stata la detenzione di stupefacenti che può essere per uso personale o finalizzata allo spaccio. Da tutti i temi trattati è scaturito un acceso dibattito teso ad individuare se le responsabilità di un giovane che non rispetta le regole vadano attribuite ai genitori o agli stessi giovani e a far capire che «il genitore deve creare sinergia e dialogo coi ragazzi». Varrasso ha reso noto che di patenti che vengono ritirate per guida in stato di ebbrezza ogni settimana ce ne sono tante «ma - ha aggiunto - questo dato non deve tranquillizzare ma deve far riflettere che nonostante ciò i morti continuano ad esserci».
Una giovane fra il pubblico ha sottolineato come molti ragazzi siano troppo protetti da mamma e papà. «Noi giovani - ha spiegato - spesso siamo deboli perché siamo sempre portati su un palmo di mano: prendi 5 e i genitori vanno dal preside e protestano; ci sono diciannovenni che si fanno firmare la giustificazione perché il giorno prima hanno avuto il mal di pancia e non hanno potuto studiare».