"Ho usato il colluttorio", non basta per evitare la denuncia per guida in stato di ebbrezza
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CUNEO - Quando i carabinieri l'hanno fermato alla guida del suo veicolo, gli hanno fatto la prova del palloncino e gli hanno comunicato che nel suo sangue risultava una presenza di alcol doppia rispetto al massimo consentito ha provato a giustificarsi dicendo di aver utilizzato un colluttorio. L'automobilista, però, è stato condannato dal tribunale di Cuneo, che ha preferito dar credito alla versione dei carabinieri. Trovato positivo all' etilomentro, il cuneese aveva riferito al giudice di aver usato poco prima di mettersi alla guida un collutorio poiché durante il giorno era venuto a contatto con vernici e solventi che gli avevano lasciato la bocca "impastata". La linea difensiva - supportata anche da una consulenza tecnica - sosteneva che, dal momento che nel collutorio è presente alcol, l'esito del test poteva essere alterato. Una tesi, che, sebbene suggestiva, non è bastata a convincere il giudice. Il personale della pattuglia - oltre ai necessari accertamenti dell'etilotest - aveva descritto un quadro sintomatico del tutto compatibile con la guida in stato di ebbrezza. L'invocato effetto di alterazione del collutorio si può verificare solo a brevissima distanza di tempo dall'assunzione del prodotto: un suo utilizzo non giustifica affatto un aumento del tasso alcolemico. Risultato: il cuneese é stato condannato a 6 mesi di arresto convertiti in ammenda, più sei mesi di sospensione della patente.