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Radboud University: studio su alcolismo e fattori genetici

Radboud University: studio su alcolismo e fattori genetici

La passione esagerata di un singolo per gli alcolici potrebbe essere almeno in parte legata alla presenza di un gene (o più

correttamente, di un profilo genetico).
Questa la conclusione di una ricerca della Radboud University (di Nijmegen, Paesi Bassi), diretta dalla dottoressa Helle

Larsen e pubblicata su "Psychological Science".
Il team della dottoressa Larsen ha messo sotto indagine le varie versioni di un recettore del neurotrasmettitore dopamina, in

grado di agire come controllore della percezione del piacere.
Gli studiosi si sono appoggiati a precedenti ricerche, che indicavano come una particolare variazione di tale recettore fosse

legata ad una crescita del desiderio di alcol. Inoltre, tali ricerche avevano mostrato come il recettore in questione

offrisse sette ripetizioni della stessa sequenza di DNA.
La squadra della Radboud University ha così selezionato un gruppo di giovani adulti, al fine di verificare quanto la modifica

genetica influisse sul comportamento concreto. I volontari hanno così visionato sport pubblicitari della TV locale, dalle

quattro del pomeriggio alle nove di sera. La visione avveniva in un ambiente che imitava il tipico pub olandese, fornito di

liquori liberamente accessibili. Infine, i soggetti sono stati sottoposti a prelievo del DNA, per verificare quale forma del

recettore della dopamina.
Incrociando i dati degli esami, gli studiosi hanno scoperto come i possessori della versione a sette ripetizioni del

recettore erano più inclini al bere quando vedevano agire in tal modo i compagni. Diversamente, tale effetto imitativo non

era presente in chi non possedeva tale profilo genetico.
Allora, concludono la dottoressa Larsen e compagni, chi possiede la versione incriminata del recettore è più sensibile alle

bevute in compagnia.
La ricerca ha destato l'interesse del dottor Marc Galanter, psichiatra della New York University Langone Medical Center.

Commenta Galanter: "La scoperta è molto significativa e dimostra quanto la genetica determina le abitudini di consumo degli

individui esposti ad altri bevitori".