Ragazzi, attenti all'estate delle maxibevute
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Ragazzi, attenti all'estate delle maxibevute
Drammatica festa hawaiana. È una tradizione, a Sestri Levante, in Liguria, la città dei Due Mari e della movida della Riviera. È nata come
festa d'estate, una sorta di Carnevale che invade le spiagge, le strade, le piazze. Un party innocuo. Poi, con gli anni, questa serata è
diventata sempre più popolare, nel senso che, tra passaparola e Facebook, si è trasformata in un appuntamento da 25-30 mila ragazzi. È
diventata un assedio, una corrida sfrenata alimentata dall'alcol. Anzi, dall'abuso d'alcol, da parte soprattutto dei più giovani. È la moda
del «binge drinking», cioè dell'abbuffata di un mix di bevande altamente alcoliche: uno dei nuovi mali di questa nostra società molto
ammalata.
Del resto, se si organizza una festa di questo tipo, bisogna essere coscienti che l'alcol sarà il protagonista principale della kermesse.
Emettere un'ordinanza severa in merito alla vendita di sostanze alcoliche, controllare zaini e giubbotti all'ingresso della città,
sguinzagliare i vigili nei bar e negli altri locali, va bene. Ma evidentemente non è bastato. O non ha funzionato. E poi, come fai a
controllarne 25-30 mila? Cinquantun ragazzi sono finiti all'ospedale per etilismo acuto, altri ci sono andati vicinissimi. Vino, anche. Ma in
particolare gin, tequila, rhum, che sono corsi a fiumi.
Questi superalcolici già da soli danneggiano prima la mucosa boccale, poi l'esofago, quindi lo stomaco per poi finire malamente nel fegato,
che patisce più di tutti gli organi. Da qui, sotto forma di acetaldeide passano la barriera ematoencefalica, e quindi vanno nel cervello.
Ecco spiegato lo stato di alterazione in cui si incorre, che viene definito etilismo acuto. I segni? Grave nausea, bruciori di stomaco di
forte intensità, vomito continuo e perdita di coscienza.
Se si intende dare veramente il via libera a questo tipo di feste, bisogna agire drasticamente. In modo che i superalcolici spariscano dalla
portata dei più giovani (ma sarebbe giusto limitarli fortemente anche agli adulti). È necessario chiedere, ottenere la presenza delle forze
di polizia, specie quella municipale, e pretendere controlli capillari negli esercizi pubblici. Per impedire che somministrino, senza alcuna
verifica dell'età e dello stato di sobrietà, i superalcolici. Occorrono divieti, ma occorre anche farli rispettare.
Prevenzione, però, è anche educazione. Bisogna allora iniziare ad educare i giovani a scuola, soprattutto illustrando gli effetti negativi
del «binge drinking», talvolta anche duraturi nel tempo, fino alla irreversibilità nota come etilismo cronico.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)